Léon Poirier, pseudonimo di Louis Marie Léon Alfred Poirier (Parigi, 25 agosto 1884 – Urval, 27 giugno 1968), è stato un regista cinematografico e direttore teatrale francese.
Nipote di Berthe Morisot, pittore impressionista, Poirier frequentò la scuola secondaria di Sainte-Croix de Neuilly, diplomandosi nel 1901; iniziò la sua carriera nel mondo del teatro come segretario del teatro Gymnasium. Rimase vedovo dopo otto mesi di matrimonio e si risposò nel 1908 con Jeanne. Dopo aver gestito due teatri parigini, Le Théâtre e La Comédie des Champs Élysées, nel 1914 si avvicinò al cinema, girando alcuni film patriottici durante la prima guerra mondiale, alla quale partecipò diventando tenente.[1]
Dopo la guerra, nel 1919, fu promosso direttore artistico delle produzioni Gaumont.[1] Tra i suoi primi film di successo, Le Penseur (1920), Jocelyn (1922), L'Affaire du courrier de Lyon (1923), La Brière (1924). Dopo di che si dedicò ai documentari, registrati soprattutto in Africa e in Asia.[1]
Fu grazie a La Croisière noire, girato assieme all'operatore Georges Specht, che scoprì l'Africa nel 1925 e ottenne consensi e successo.[1]
Nel 1936 riconquistò il favore del pubblico, sia in Francia che all'estero, con il suo film L'Appel du silenzio sur la vie du Père de Foucauld; questo film è considerato il suo capolavoro.[1]
Si ritirò quindi a Urval, città di cui fu sindaco dal 1959 fino alla sua morte nel 1968.
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