Nacque a Webster City, nello Iowa, da John Martin Kantor, uno svedese di religione israelita, e da Effie McKinlay, redattrice del quotidianoWebster City Daily News. I genitori divorziarono prima della sua nascita[1]; trascorse pertanto l'infanzia e la giovinezza con la madre e i nonni materni e già in età infantile cambiò il suo nome, rinunciando al nome proprio «Benjamin», che sostituì col cognome materno (McKinlay) lievemente modificato per accentuarne l'origine scozzese. Frequentò le scuole locali e dal 1921 al 1925 lavorò nel giornale della madre come cronista[2]
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Nel 1925 si trasferì a Chicago dove si unì alla compagnia teatrale Graeme Players. Nel 1926 sposò Florence Irene Layne, con la quale ebbe due figli. Continuò l'attività giornalistica alla quale affiancò quella dello scrittore di narrativa. Per guadagnarsi da vivere e mantenere la famiglia iniziò a scrivere pulp fiction. Nel 1928 pubblicò il suo primo romanzo, Diversey, ambientato in Chicago. Nel 1932 si trasferì con la famiglia nel New Jersey, continuando con la letteratura di svago, ma iniziando anche a produrre racconti ambientati durante la guerra di secessione americana.
Una svolta fu rappresentata dalla seconda guerra mondiale alla quale Kantor assistette dapprima come corrispondente di guerra a Londra per un quotidiano di Los Angeles. Più tardi assistette ad azioni di guerra, come ad missioni di bombardamento aereo. Intervistò inoltre numerosi soldati feriti raccogliendo pensieri e idee per i romanzi successivi, quale per esempio Glory for me da cui fu tratto il filmI migliori anni della nostra vita. Kantor inoltre fu fra i primi a entrare nel campo di concentramento di Buchenwald al seguito delle truppe americane che lo liberarono il 14 aprile 1945. Cercò di capire la posizione della popolazione civile che viveva nei pressi di Buchenwald durante il periodo delle efferatezze naziste. Anche queste esperienze vennero utilizzate allorché si interessò del campo di prigionia di Andersonville durante la guerra di secessione; nel romanzo Andersonville (in italiano: La polvere e la gloria) la popolazione civile del Sud è rappresentata per lo più con simpatia da Kantor, in contrasto con la brutalità degli ufficiali sudisti all'interno del campo[3].
Molti dei suoi romanzi sono stati adattati per il cinema. Ha scritto alcune sceneggiature cinematografiche. Ha firmato anche alcune sceneggiature, scritte in realtà da Dalton Trumbo il quale tuttavia era finito nella lista nera della Commissione per la attività anti-americanemaccartista, devolvendo a Trumbo il compenso[4].
^ Nass, Martin E., MacKinlay Kantor - Pulitzer Prize Winner, su Daily Freeman-Journal, Millennium Edition, 29 ottobre 1999. URL consultato il 27 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2010).
Robin L. Kidd, «MacKinlay Kantor». In: Greasley, Philip A. (ed.), Dictionary of Midwestern Literature, Volume One: The Authors. Bloomington: Indiana University Press. pp. 291–292, 2001, ISBN 0-253-33609-0 (Google libri)