Malala | |
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Titolo originale | He Named Me Malala |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America, Emirati Arabi Uniti |
Anno | 2015 |
Durata | 88 min |
Genere | documentario |
Regia | Davis Guggenheim |
Produttore | Walter Parkes, Laurie MacDonald, Davis Guggenheim |
Casa di produzione | Fox Searchlight Pictures |
Malala (He Named Me Malala) è un documentario del 2015 diretto da Davis Guggenheim.
La giovane attivista pakistana e Nobel per la pace Malala Yousafzai sostiene i diritti delle donne, soprattutto all'istruzione, da quando era giovane. È miracolosamente sopravvissuta ad un attacco talebano, compiuto da parte di un'organizzazione che si oppone all'educazione delle donne nella valle dello Swat, in Pakistan.
Walter Parkes e Laurie MacDonald hanno prodotto il film con Imagenation Abu Dhabi FZ e con Participant Media.[1] Il titolo originale si riferisce al nome di battesimo dato a Yousafzai da suo padre, nome mutuato da un'eroina popolare afghana, Malalai of Maiwand.[2]
La colonna sonora ufficiale del film è stata pubblicata il 25 settembre 2015 e su supporto fisico il 30 ottobre 2015 dalla Sony Classical.[3][4]
Fox Searchlight Pictures ha acquisito i diritti statunitensi per il film il 31 marzo 2015, mentre StudioCanal voleva distribuire il film in Francia.[5] Il film è stato premiato al Telluride Film Festival il 4 settembre 2015 ed ha ricevuto una distribuzione cinematografica negli USA il 2 ottobre.[6] Il 18 giugno 2015, National Geographic ha annunciato di aver acquistato i diritti del film che verrà trasmesso in 171 paesi ed in 45 lingue. Una guida gratuita per le classi delle scuole secondarie[7] e una discussione per le classi dei college è disponibile in inglese e verrà tradotta anche in altre lingue. È stato distribuito su DVD il 15 dicembre 2015.[8]
Il film ha guadagnato 60 884 $ nel suo weekend di apertura.[9] La settimana successiva il film si è espanso da 4 a 446 schermi, guadagnando circa 685 000 $. Al 25 ottobre 2015, il guadagno era a 1 978 146 $. Il film ha iniziato ad essere distribuito nel resto del mondo: il 22 ottobre in Germania (guadagno di 29 880 $) ed un giorno dopo in Austria (debutto con 4765 $). Al 25 ottobre 2015, il guadagno totale rispetto alla sua distribuzione nel mondo aveva raggiunto quota 2 012 790 $.
Il film ha ricevuto varie recensioni positive. In Rotten Tomatoes il film ha un rating del 71% basato su 110 recensioni, con una media di voti di 6,6/10, mentre su Metacritic il film ha un punteggio di 61 su 100, basato su 25 critiche.[10]
Il 1º dicembre 2015, il film è stato nella rosa dei candidati, con altri quattordici, come Oscar al miglior documentario per i premi Premi Oscar del 2016[11]. Il film è stato anche nominato alla 43ª edizione degli Annie Awards, nella categoria Miglior produzione speciale animata[12] Il film ha ricevuto due nomine al Women's Image Network Awards, includendolo come Miglior documentario e Migliore produzione.[13]
Premi | |||||
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Premio | Data della cerimonia | Categoria | Destinatario | Risultato | |
Annie Award | 6 febbraio 2016 | Miglior film d'animazione di produzione speciale | Parkes-MacDonald / Little Door | ||
Risultato eccezionale per le scenografie in una produzione animata | Jasin Carpenter | ||||
British Academy Film Awards | 14 febbraio 2016 | Miglior documentario | Davis Guggenheim, Laurie MacDonald and Walter Parkes | ||
Critics' Choice Awards | 17 gennaio 2016 | Miglior documentario per caratteristiche | Davis Guggenheim | ||
Satellite Awards | 21º febbraio 2016 | Miglior film-documentario |