Dotata di una bellezza bionda e raffinata, divenne rapidamente una delle dive più amate e più richieste del cinema italiano degli anni quaranta, ma venne anche largamente impiegata in film in costume, dove la sua recitazione fu caratterizzata da una patina di freddezza.
Seguirono altri film di ambiente contemporaneo come il notevole Fari nella nebbia (1942) di Gianni Franciolini, dove la Lotti, eccezionalmente, interpretò la parte di una donna di modesta condizione sociale (la moglie di un camionista, protagonista di una crisi matrimoniale a lieto fine).
Nel dopoguerra (1946) entra a far parte della Compagnia Italiana di Prosa Morelli-Stoppa-De Lullo ed è diretta da Luchino Visconti in Delitto e Castigo. In questo periodo ha una relazione con l'esule Michele I di Romania. Riprenderà poi con il cinema girando altre pellicole senza però ritrovare il successo precedente e, dopo uno sfortunato tentativo come produttrice (Operazione Mitra, del 1951, che uscì soltanto quattro anni più tardi con titolo diverso) all'inizio degli anni cinquanta si ritira dal grande schermo.
Sposa quindi il romano Alfredo Zanardo, ingegnere e imprenditore nell'ambito dei brevetti con l'impresa familiare Barzanò & Zanardo. Hanno un figlio, Giovanni, nato a Losanna nel 1953. Nel 1967 rimane vedova, e si trasferisce a Parigi. Nel 1981 diventa nonna di Alfredo, omonimo del suo defunto marito.[2][3]
Lydia Simoneschi in Silenzio, si gira!, La Gorgona, Mater dolorosa, Le avventure di Pinocchio, Malacarne, Il cavaliere del sogno, Fumeria d'oppio, Processo alla città (una scena), I Fratelli Karamazoff