Mario Scaccia (Roma, 26 dicembre 1919 – Roma, 26 gennaio 2011) è stato un attore, regista teatrale e conduttore radiofonico italiano.
Nato e cresciuto a Roma, figlio di un pittore, allo scoppio della seconda guerra mondiale venne chiamato alle armi come ufficiale in Sicilia ed in seguito finì nel 1942 prigioniero degli americani, che lo internarono in un campo di prigionia del Marocco. Liberato poi al termine del conflitto, fece ritorno a Roma, dove abbandonò gli studi in pedagogia e si iscrisse all'Accademia nazionale d'arte drammatica, di cui però frequentò solo il primo anno. Nel 1946 iniziò a calcare il palcoscenico con Woyzeck di Georg Büchner, prima di avviare una lunga carriera che l'avrebbe visto cimentarsi nelle esperienze di spettacolo più disparate. Nel 1948 fu con Memo Benassi al Teatro Ridotto di Venezia nel Tartufo di Molière, per la regia di Anton Giulio Bragaglia. Nel 1954 affiancò Vittorio De Sica, Sophia Loren e Marcello Mastroianni nel film Peccato che sia una canaglia.
Il 28 marzo 1961 costituì, al Teatro Municipale di Modena, insieme ai colleghi Franco Enriquez, Valeria Moriconi e Glauco Mauri, la Compagnia dei Quattro. Insieme lavorarono alla messa in scena di opere come La lezione e Il rinoceronte di Ionesco, La vedova scaltra di Goldoni, Il mercante di Venezia di Shakespeare, Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard. Dopo aver lasciato la Compagnia, Scaccia si dedicò a un percorso teatrale autonomo, dimostrando le sue doti recitative in finissime caratterizzazioni, come quella di Fra' Timoteo ne La mandragola di Machiavelli, del Chicchignola di Petrolini e del Negromante di Ludovico Ariosto.
Esordì nel cinema nel 1954 in Tempi nostri di Alessandro Blasetti. Sul grande schermo avrebbe interpretato film di Alberto Lattuada, Elio Petri e Mauro Bolognini. Seppe alternare ottime interpretazioni cinematografiche in ruoli comici e drammatici, arricchiti dalla sua inconfondibile maschera teatrale, come nel film noir Il profumo della signora in nero (1974) di Francesco Barilli e nella commedia grottesca Signore e signori, buonanotte (1976), in un episodio diretto da Luigi Magni, accanto a Nino Manfredi.
Molto attivo in televisione, degne di nota furono le sue interpretazioni in sceneggiati come La Pisana (1960), Le anime morte (1963), Tartarino sulle Alpi (1968) e Le avventure di Pinocchio diretto da Luigi Comencini (1971). Lavorò anche in radio, dove partecipò a spettacoli leggeri (come, nel 1957, Le occasioni dell'umorismo), radiodrammi (Il matrimonio del signor Mississippi di Friedrich Dürrenmatt, 1961; La faccia del mostro di Anton Čechov, 1962; Delirio a due di Eugène Ionesco, 1963) e romanzi sceneggiati (Dio ne scampi dagli Orsenigo di Vittorio Imbriani, 1977).
Degna di nota l'interpretazione di Turcaret di Alain-René Lesage, del 1966, per la regia di Sandro Sequi. A metà degli anni settanta fu protagonista di svariate Interviste impossibili, come Fedro di Giorgio Manganelli (1974), Rudolf Raspe incontrato da Saito (1975), i Lumière, Pellegrino Artusi e George Stephenson firmate da Guido Ceronetti (1974).
Fu in più occasioni anche conduttore di programmi radiofonici di intrattenimento: nel 1979, con Franco Rispoli e Ludovica Modugno, fu ai microfoni di Vieni avanti cretino, mentre nel 1989-1990 condusse la rubrica Vi racconto una commedia all'interno del programma Le ore della sera.
Nel 2002 venne insignito del prestigioso Premio Ermete Novelli.
Muore al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, presso l'Hospice Villa Speranza dell'Università Cattolica, il 26 gennaio 2011 in seguito alle complicanze di un intervento chirurgico per curare un tumore del pancreas all'età di 91 anni; i funerali vennero celebrati nella basilica del Sacro Cuore di Cristo Re in viale Giuseppe Mazzini, nel quartiere Della Vittoria, dove visse per molti anni; dopo la cerimonia funebre, il feretro venne cremato e le sue ceneri riposano nel loculo di famiglia presso il Cimitero Monumentale del Verano di Roma.[1][2][3]
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