Michel Henry, figlio di un ufficiale militare, trascorre i primi anni della sua vita in indocina. Dopo la morte prematura del padre torna con la madre in Francia nel 1929 dove più tardi studierà filosofia a Lilla, al Lucée Henry IV di Parigi e infine alla Sorbonne. Qui termina gli studi con la tesi "Le bonheur de Spinoza" (la beatitudine in Spinoza). Alla fine della seconda guerra mondiale, durante la quale fa parte della resistenza, riceve la cattedra (agregation) di filosofia. Dopo anni di ricerca al centre national de recherches scientifiques di Parigi insegna all'estero e in Francia porta a termine il suo dottorato di ricerca per poi diventare docente privato e in seguito professore ordinario all'università Paul Valery di Montpellier. Qui resta fino alla pensione nel 1982.
Michel Henry è conosciuto come fondatore della "fenomenologia radicale della vita" che espone nella sua opera capitale "L'essence de la manifestation" (1963), dove si confronta con l'ontologia tradizionale e la fenomenologia storica. La fenomenologia di Henry è da definirsi "radicale" in quanto esplica che la manifestazione dei fenomeni esterni ha le sue "radici" nella donazione (la donation) della vita pura e non-intenzionale.
Differenziando la manifestazione originaria ed immanente della vita da ogni donazione che in relazione a questa è secondaria ed esterna, la cosiddetta "manifestazione del mondo" (nel senso di una "duplicité de l'apparaître"), e rendendo chiaro che la riduzione dell'uomo a questa "manifestazione del mondo" introdotta dal pensiero scientifico e dalla tecnica separa l'uomo dalle certezze della vita e in questo modo anche dalle fondamenta culturali, dimostra le contraddizioni della dilagante cultura estetizzante di oggi.
In questo senso Henry applica il suo pensiero filosofico a problemi politologici (nei due volumi "Marx"), a tematiche psicologiche (nella "genealogia della psicoanalisi"), alla critica d'arte e cultura (in "La barbarie" e nel suo libro sull'opera de Kandinsky) e alla filosofia della religione (nel suo libro sulla "fenomenologia del cristianesimo").
Henry riassume il suo pensiero in "Incarnazione. Una filosofia della carne" (2000).
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