Monte Cimone | |
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Parte sommitale del monte Cimone | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Modena |
Altezza | 2 165 m s.l.m. |
Prominenza | 1 577 m |
Isolamento | 168,35 km |
Catena | Appennino tosco-emiliano |
Coordinate | 44°11′37.85″N 10°42′04.62″E |
Data prima ascensione | 1569 |
Autore/i prima ascensione | Guidinello Montecuccoli |
Mappa di localizzazione | |
Il monte Cimone (anticamente Alpe de Nona) è il maggiore rilievo dell'Appennino settentrionale e della regione Emilia-Romagna, con un'altezza di 2.165 m s.l.m., nei pressi del confine con la montagna Pistoiese (Toscana). È parte dell'Appennino tosco-emiliano e, non essendo collocato sul crinale dello spartiacque appenninico, la vetta e tutte le pendici del monte, che interessano i comuni di Fiumalbo, Sestola, Fanano, Riolunato e Montecreto, ricadono nel territorio della provincia di Modena.
Nel corso di alcuni lavori sono state scoperte in vetta tracce di presenza umana risalenti ai Romani.
Tracce di insediamenti umani destinati alla pastorizia sono riconducibili all'antichità, mentre le prime salite con finalità sportive o scientifiche sono documentate a partire dal 1569 da parte di Guidinello Montecuccoli[1], nobile locale. Diverse spedizioni per lo studio della pressione e della composizione atmosferica sono state compiute nel Seicento, anche ad opera dei padri gesuiti.
Nel 1892 venne realizzata una torre a pianta ottagonale con finalità di osservatorio scientifico, ora caduta in rovina. Nel 1908 fu inaugurata una cappella dedicata alla Madonna delle nevi, tuttora venerata con una processione e con la celebrazione di una messa il 5 agosto di ogni anno.
Nel 1939 si stava per attuare la realizzazione di un rifugio CAI, ma l'impresa fu abbandonata con l'arrivo della guerra e la successiva guerra fredda, durante la quale si ampliò l'installazione militare iniziata nel 1937 e l'accesso a gran parte della cima fu interdetto ai civili.
È una montagna piuttosto tozza, con una vaga forma piramidale a tre facce e un'anticima denominata Cimoncino.
Il profilo del Cimone è un elemento caratteristico del paesaggio dell'Appennino modenese ed è visibile dalle province di Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Parma, Bologna, Ravenna, Mantova, Pistoia, Prato, Pisa, Lucca, Firenze, Siena, Verona e Vicenza (le ultime tre necessitano di ottima visibilità affinché possa essere osservato). Considerando la risoluzione spaziale dell'occhio umano, la cima del monte Cimone è il punto geografico dal quale si vede più superficie italiana. In condizioni di visibilità ottimali, infatti, si può scorgere all'orizzonte tutto l'arco alpino, il mar Adriatico, il monte Amiata, l'Argentario, il mar Tirreno, l'isola d'Elba, la Corsica e l'isola di Capraia.
In quanto importante stazione sciistica invernale, la montagna è fornita di impianti di risalita che permettono di giungere in prossimità della vetta partendo dal centro abitato di Sestola, da Canevare (frazione di Fanano), dalla località Le Polle di Riolunato e da Montecreto. Una funivia, aperta anche nel periodo estivo, collega passo del Lupo (raggiungibile in auto) a Pian Cavallaro, da cui è possibile raggiungere la sommità in circa un'ora e mezza.
Sulle pendici del monte vi è il lago della Ninfa, conca originatasi su un ampio movimento franoso ed oggi mantenuto artificialmente.
Sulla montagna è presente la più importante stazione sciistica dell'Emilia-Romagna, denominata Comprensorio del monte Cimone, diviso in varie località comprese tra i comuni di Sestola, Fanano, Montecreto e Riolunato, tutte collegate tra loro direttamente con sci ai piedi (solo la stazione sciistica di Pian del Falco è collegata tramite skibus). Le piste, in prevalenza di media difficoltà, si estendono per un totale di oltre 50 km e, a differenza di altre piste appenniniche, spiccano per la larghezza molto superiore al normale.
Dal punto di vista alpinistico il monte non è di particolare interesse, non presentando pareti rocciose, e in inverno i suoi pendii non presentano pendenze particolari né canaloni interessanti. Dal punto di vista paesaggistico è caratterizzato da una notevole presenza di infrastrutture di origine antropica.
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