Il termine office lady, spesso abbreviato in OL (giapponese: オーエル Ōeru), indica in giapponese una particolare tipologia di lavoratrici.
Con il termine Office lady si designa in Giappone una impiegata nel settore terziario di sesso femminile non sposata. Analogamente a quanto accade per molti individui non sposati nei Paesi avanzati, le office ladies vivono con i propri genitori sin oltre le soglie dell'età adulta. Le office ladies ricoprono perlopiù incarichi full time con contratti indeterminati, sebbene di rado abbiano effettive possibilità di avanzamento di grado nella loro carriera; a ciò si aggiunge l'obbligo implicito di lasciare il lavoro al momento del matrimonio, al fine di non gravare l'impresa di oneri sociali e previdenziali.
Il termine OL trova applicazione anche ad Hong Kong a causa della forte influenza culturale del Giappone.
L'origine delle office ladies si colloca a partire dal secondo dopoguerra, allorquando l'attività del terziario cominciò a svilupparsi in maniera impetuosa. Originariamente erano conosciute come "BGs" (dove B stava per business e G per girl), ma in seguito il termine venne modificato per evitare fraintendimenti con l'analoga espressione inglese B-girls (Bar girls), indicante le prostitute. Josei Jishin, un giornale femminile, indisse una competizione per trovare un nome più adatto. OL fu scelto nel 1963.[1]
Negli anni ottanta il ruolo di OL era il lavoro più comune presso le donne giapponesi, impiegando circa un terzo della forza lavoro femminile.[1]
Rappresentazioni stereotipate delle office ladies sono presenti nei josei manga e negli anime, venendo raffigurate come persone attraenti, intelligenti e malinconiche, annoiate dal loro lavoro e soggette a pressioni da parte delle loro famiglie; in genere costrette a fronteggiare difficoltà di natura psicologica.