Partito Democratico della Sinistra | |
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Presidente |
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Segretario |
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Stato | Italia |
Sede | Via delle Botteghe Oscure, 4 - Roma |
Abbreviazione | PDS |
Fondazione | 3 febbraio 1991 |
Derivato da | Partito Comunista Italiano |
Dissoluzione | 14 febbraio 1998 |
Confluito in | Democratici di Sinistra |
Ideologia | Post-comunismo[1][2] Post-ideologismo[2][3] Riformismo[4] Correnti interne: Socialismo democratico[5][6][7] Socialdemocrazia[8][9][10] |
Collocazione | Sinistra |
Coalizione | Progressisti (1993-1995) L'Ulivo (1995-1998) |
Partito europeo | Partito del Socialismo Europeo |
Gruppo parl. europeo | Gruppo del Partito del Socialismo Europeo |
Affiliazione internazionale | Internazionale Socialista |
Seggi massimi Camera | 172 / 630 (1996)
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Seggi massimi Senato | 102 / 315 (1996)
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Seggi massimi Europarlamento | 16 / 87 (1994)
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Testata | l'Unità |
Organizzazione giovanile | Sinistra giovanile |
Iscritti | 613 412 (1998) |
Colori | Rosso |
Sito web | www.pds.it |
Il Partito Democratico della Sinistra (PDS) è stato il partito politico italiano più importante della sinistra italiana negli anni 1990. Esso fu l'evoluzione del Partito Comunista Italiano negli anni successivi al crollo del muro di Berlino e al dissolvimento del blocco sovietico.
Il momento fondativo fu il 3 febbraio 1991, quando a Rimini, a conclusione del XX Congresso del PCI, la maggioranza dei delegati sancì il cambio del nome[11] e del simbolo del partito, sostituendo la falce e martello con una quercia alla cui base rimaneva comunque il simbolo rimpicciolito del PCI come elemento di congiunzione alla tradizione comunista italiana.
In continuità con il PCI, il primo segretario fu Achille Occhetto, sostituito nel 1994 da Massimo D'Alema.
Il 14 febbraio 1998 il PDS, al termine degli Stati Generali della Sinistra, approvò l'apertura a gruppi provenienti dalla tradizione laica, socialista e ambientalista, cambiando ulteriormente nome in Democratici di Sinistra[12]. Il gruppo dirigente dei DS, segretario incluso, proveniva comunque per il 73% dal PDS[13].
Il 3 febbraio 1991 il PCI deliberò il proprio scioglimento promuovendo contestualmente la costituzione del Partito Democratico della Sinistra (PDS) con 807 voti favorevoli, 75 contrari e 49 astenuti. Il cambiamento del nome intendeva sottolineare la differenziazione politica con il partito originario accentuando l'aspetto democratico. Al congresso costitutivo Achille Occhetto non raggiunse il quorum per essere eletto segretario[14]. Causa alcune assenze di troppo ed alcuni "franchi tiratori"[15], si dovette rinviare l'elezione al Consiglio Nazionale dell'8 febbraio, dove venne invece eletto.[16]
Alle elezioni politiche del 1992, il PDS ottenne un risultato considerato deludente, col 16,1% dei voti, perdendo un buon 10% rispetto all'ultimo risultato del PCI, di cui poco più della metà furono "recuperati" da Rifondazione Comunista.
Come stabilito alla sua fondazione, il PDS chiese di aderire subito all'Internazionale Socialista[17], cosa che avvenne nel settembre 1992 col beneplacito del PSI di Bettino Craxi e del PSDI di Antonio Cariglia[18].
Due mesi dopo il PDS partecipò alla costituzione del Partito del Socialismo Europeo[19][20].
Nel successivo referendum per l'adozione del sistema elettorale maggioritario il Partito si schierò per il sì alla proposta, che prevalse. Alle elezioni amministrative del 1993, le prime con il nuovo sistema, il PDS apparve il Partito centrale del nuovo corso politico, dal momento che le coalizioni di sinistra, delle quali costituiva la forza principale, uscirono vittoriose in tutta Italia, e gli stessi voti del PDS aumentarono praticamente ovunque in maniera anche rilevante. Per le elezioni politiche del 1994, fu quindi promotore di una coalizione che univa le forze di sinistra chiamata "i Progressisti" (PDS, PRC, Verdi, Partito Socialista Italiano, Alleanza Democratica, La Rete ed altri), con l'obiettivo di conquistare il governo del Paese. Ma il risultato elettorale del 1994 vide, però, i Progressisti sconfitti dalla coalizione di centro-destra, ed Occhetto si dimise da Segretario del PDS.
Dopo le dimissioni di Occhetto, si convocò il Consiglio Nazionale per eleggere il nuovo Segretario. Le candidature erano due, quella dell'ex Capogruppo alla Camera Massimo D'Alema, già Segretario della FGCI alla fine degli anni settanta e vicesegretario del Partito dal 1987, fautore di un Partito che andasse sempre di più verso il modello dei Partiti Socialisti del resto d'Europa, e quella del direttore dell'Unità Walter Veltroni, già responsabile della propaganda del PCI negli anni ottanta, fautore di una linea da alcuni definita "kennediana", vista anche la storica ammirazione di Veltroni per l'ex Presidente USA. Veltroni, visto anche l'esito di un sondaggio nelle sezioni che l'aveva dato per preferito, appariva favorito, ma l'esito della votazione del Consiglio Nazionale fu invece favorevole a D'Alema, che divenne così il nuovo Segretario.
Nel 1995 il PDS fu promotore della fondazione della coalizione di centro-sinistra denominata L'Ulivo, che vide per la prima volta una convergenza politica organica fra ex-democristiani ed ex-comunisti, e si presentò alle elezioni regionali di quell'anno (eccezion fatte per le Marche e in Campania).
In occasione delle elezioni politiche del 1996, il PDS fu parte integrante della coalizione dell'Ulivo, che comprendeva, tra gli altri, il Partito Popolare Italiano di Gerardo Bianco, Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini e la Federazione dei Verdi. Nella quota proporzionale, inoltre, il PDS si presentò insieme ad alcune formazioni minori (Comunisti Unitari, Cristiano Sociali, Federazione Laburista, Sinistra Repubblicana), segnalando nel contrassegno elettorale la dicitura Sinistra Europea.
Le elezioni videro la vittoria del centrosinistra: il PDS si attestò il primo partito italiano, con quasi 8 milioni di voti e il 21,1% dei voti; Romano Prodi divenne presidente del Consiglio.
Nel nuovo Governo il PDS era il partito più rappresentato, con Walter Veltroni come Vicepresidente del Consiglio, e molti ministeri-chiave. Questo Governo si contraddistinse per la definitiva adesione dell'Italia al progetto di moneta unica europea, l'euro. Non mancarono, tuttavia, momenti di tensione all'interno della maggioranza. D'Alema accusò a volte il Governo di "non rispondere alle aspettative della sinistra italiana", e nel 1997 andrà in piazza ad un corteo organizzato dalla CGIL che contestava il piano del Governo sull'occupazione, accusato di essere insufficiente. Lui stesso, tuttavia, al congresso dello stesso anno, ebbe tensioni proprio con l'area del partito più vicina alle posizioni del Sindacato. Il congresso decise, con la condivisione di tutti, di portare avanti l'idea della "Cosa 2", una nuova forza politica che aggregasse il PDS ad altre forze di sinistra per costruire una forza più grande della sinistra italiana.
La storia del PDS termina nel 1998, quando, sotto la guida di D'Alema, la "Cosa 2" viene definitivamente attuata, portando il partito a fondersi con altre forze della sinistra italiana. Di esse soltanto una proveniva dalla storia del comunismo (il Movimento dei Comunisti Unitari), mentre le altre erano di provenienza social-riformista (Federazione Laburista e associazione Riformatori per l'Europa), di provenienza laica (Sinistra Repubblicana) e perfino di provenienza e cultura cattolica (Movimento dei Cristiano Sociali). La fusione si concretizza con la convocazione degli "Stati generali della Sinistra"[21]. Da questa apertura del PDS a tali forze della sinistra moderata, nacque un nuovo soggetto: i Democratici di Sinistra (DS). I DS divennero così a pieno titolo una forza della sinistra democratica italiana, che da un lato sottolineava il suo legame con il socialismo democratico europeo - eliminando dal simbolo il riferimento al PCI e sostituendolo con una rosa rossa (simbolo appunto del socialismo europeo) con accanto prima la sigla del "PSE" e poi perfino la scritta per esteso "Partito del Socialismo Europeo"- dall'altro continuava a rivendicare il riconoscimento della migliore tradizione del PCI come partito-simbolo della sinistra italiana ed il suo pieno riconoscimento come forza fondamentale della storia politica italiana[senza fonte].
Consiglio Nazionale (547 membri)
Direzione Nazionale (120 membri)
Coordinamento Politico (24 membri): Achille Occhetto (segretario), Gavino Angius, Fulvia Bandoli, Antonio Bassolino, Massimo D'Alema, Piero Fassino, Paola Gaiotti De Biase, Pietro Ingrao, Emanuele Macaluso, Lucio Magri, Claudia Mancina, Fabio Mussi, Giorgio Napolitano, Claudio Petruccioli, Umberto Ranieri, Alfredo Reichlin, Aldo Tortorella, Livia Turco, Walter Veltroni, Davide Visani, Luigi Colajanni, Ugo Pecchioli, Giulio Quercini, Gianni Pellicani.
Nel giugno 1992 viene aggiunta una Segreteria (10 membri)[25]: Occhetto (segretario nazionale), Visani (coordinatore), Angius, Bandoli, Franco Bassanini, Bassolino, Fassino, Paola Gaiotti De Biase, Turco, Mauro Zani, Marcello Stefanini (invitato permanente).
Nel luglio 1994 la sostituzione di Occhetto con D'Alema alla segreteria porta questa a un rimpasto[26]:
Segreteria (13 membri): D'Alema (segretario nazionale), Zani (coordinatore), Angius, Bassanini, Fassino, Visani, Claudio Burlando, Marco Minniti, Giorgio Macciotta, Gloria Buffo, Mancina, Veltroni, Stefanini.
Direzione Nazionale (126 membri)
Esecutivo (12 membri): D'Alema (segretario), Bandoli, Buffo, Pietro Folena, Alfiero Grandi, Roberto Guerzoni, Giovanna Melandri, Minniti, Barbara Pollastrini, Ranieri, Lanfranco Turci, Zani.
Direzione Nazionale (87 membri)
Esecutivo (12 membri): Minniti (segretario organizzativo), Buffo, Leonardo Domenici, Folena, Grandi, Guerzoni, Carlo Leoni, Giovanni Lolli, Enrico Morando, Ranieri, Francesco Riccio, Giulio Calvisi (Sinistra Giovanile)
Comitato Politico (10 membri): D'Alema (segretario nazionale), Luigi Colajanni, Marco Fumagalli, Mancina, Minniti, Mussi, Cesare Salvi, Veltroni, Zani, Francesca Izzo (Portavoce Donne)
All'interno del PDS si riflessero sostanzialmente le medesime divisioni correntizie del PCI dalla seconda metà degli anni ottanta in poi. Le correnti erano così riconducibili a tre:
Solo dopo il II Congresso del 1997, si autorizzò la costituzione di correnti organizzate:
Elezione | Voti | % | Seggi | |
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Politiche 1992 | Camera | 6.321.084 | 16,11 | 107 / 630
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Senato | 5.663.976 | 17,05 | 66 / 315
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Politiche 1994 | Camera | 7.881.646 | 20,36 | 109 / 630
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Senato | Nell'Alleanza dei Progressisti | 76 / 315
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Europee 1994 | 6.286.030 | 19,09 | 16 / 87
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Politiche 1996 | Camera | 7.894.118 | 21,11 | 172 / 630
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Senato | Nell'Ulivo | 98 / 315
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