Paul Scheerbart nacque a Danzica da famiglia modesta e molto numerosa (era l'ultimo di 11 figli). Alla morte della madre, avvenuta quando lui aveva soltanto 4 anni, suo padre risposò una donna molto religiosa che si prese cura di Paul e che, alla morte altrettanto prematura del padre avvenuta nel 1873, fu l'unico suo punto di riferimento educativo e affettivo al punto da influenzare la sua scelta adolescenziale di voler studiare teologia e diventare missionario. Tuttavia nel 1882, alle soglie della giovinezza, abbandonò quel progetto e cominciò a leggere sistematicamente molta filosofia, accostandosi contemporaneamente anche alla filosofia orientale.
Nel 1884 iniziò a studiare anche la storia dell'arte, che mise a frutto a partire dal 1885 scrivendo articoli come critico d'arte per diversi giornali. Nel 1887 si stabilì a Berlino, dove nel 1889 pubblicò la sua prima opera, Das Paradies: Die Heimat der Kunst ("Il paradiso: la patria dell'arte"), e dove fondò nel 1892 la Verlag Deutscher Phantasten (casa editrice di letteratura tedesca fantastica) con la quale pubblicò però soltanto la seconda edizione di Das Paradies, la sua seconda opera Ja... was... möchten wir nicht Alles! Ein Wunderfabelbuch ("Sì... che cosa... non vorremmo! Libro di favole meravigliose") e un'unica opera di un altro autore: Pierrot Lunaire del poeta simbolista belga Albert Giraud nell'edizione poi musicata da Arnold Schönberg tradotta da Otto Erich Hartleben.
Insofferente verso ogni forma di lavoro strutturato e amante del bere e delle lunghe chiacchierate nei locali dove si tenevano i circoli letterari berlinesi, Scheerbart decise di vivere del suo lavoro di libero scrittore racimolando appena il necessario per vivere, non tanto dai suoi pur numerosi libri, quanto dalle sue collaborazioni con le riviste letterarie e di teatro più autorevoli dell'epoca come Jugend, Die Zukunft, Die Fackel, Der Sturm, Pan e Die Schaubühne.
Verso la fine del 1900 Scheerbart sposò la sua affittacamere, Anna Sommer, una vedova più grande di lui di quasi 10 anni e al contrario di lui molto pratica e poco interessata ai suoi voli fantastici, con la quale ebbe un rapporto piuttosto turbolento proprio per la loro diversità di carattere. La raccolta di lettere, che sarà pubblicata postuma col titolo Von Zimmer zu Zimmer. 70 Schmoll- und Liebesbriefe des Dichters an seine Frau ("Da stanza a stanza. 70 lettere di broncio e d'amore del poeta a sua moglie") da Meyer a Berlino nel 1921, ci restituisce un chiaro resoconto di quel tormentato rapporto.
Nel 1910 Scheerbart pubblicò Das Perpetuum mobile. Die Geschichte einer Erfindung, dove racconta dei suoi tentativi di voler costruire un perpetuum mobile (quando ancora in qualche modo si credeva all'attuabilità di un progetto del genere), con l'obiettivo non tanto di acquistarne fama, quanto di risolvere i suoi problemi economici.
Nel 1914 pubblicò presso le edizioni Der Sturm di Herwarth Walden, fondatore anche della celebre omonima rivista espressionista, il saggio Architettura di vetro (Glasarchitektur), che oltre a dargli una certa fama, influenzò in qualche modo l'allora giovane architetto espressionista tedesco Bruno Taut, col quale Scheerbart ebbe una fitta corrispondenza nel suo ultimo anno di vita, che sarà anch'essa pubblicata postuma[1]. Morì infatti il 15 ottobre 1915, per un malore legato, secondo lo scrittore espressionista Walter Mehring, al suo rifiuto di nutrirsi come protesta contro la guerra.
Il Nocchiero Malwu (Stenermann Malwn), traduzione di Mariangela Sala, ne I Mondi del Caos, Grande Enciclopedia della Fantascienza III.21, Editoriale Del Drago, 1980
Gli alberi di Giunone (Die grossen Bäume), traduzione di Alberto Lehmann, ne L'Eternauta 80, L'Eternauta 80, Comic Art, 1989
I più audaci (noveletta di emancipazione) (Die Kühnsten. Eine Emanzipations-Novelette), traduzione di Francesca Cecchini, in Futuro Europa 27, Perseo Libri, 2000
Meduse d'aria (storia di uno scopritore) (Die Luftquallen. Eine Entdeckungsgeschichte), traduzione di Francesca Cecchini, in Futuro Europa 27, Perseo Libri, 2000
Das Paradies. Die Heimat der Kunst, George und Fiedler, Berlino, 1889, Seconda edizione: Verlag deutscher Phantasten, Berlino, 1893
Ja ... was ... möchten wir nicht Alles! Ein Wunderfabelbuch, Verlag deutscher Phantasten, Berlino, 1893
Tarub. Bagdads berühmte Köchin. Arabischer Kulturroman, Verein für Deutsches Schriftthum, Berlino, 1897
Ich liebe Dich!. Ein Eisenbahn-Roman mit 66 Intermezzos, Schuster und Loeffler, Berlino, 1897
Der Tod der Barmekiden. Arabischer Haremsroman, Verlag Kreisende Ringe, Lipsia, 1897
Na Prost!. Phantastischer Königsroman, Schuster und Loeffler, Berlino, 1898
Rakkóx der Billionär. Ein Protzenroman, Die wilde Jagd. Ein Entwicklungsroman, Insel, Lipsia, 1901
Die Seeschlange. Ein See-Roman J. C. C. Bruns, Minden, 1901
Liwûna und Kaidôh. Ein Seelenroman, Insel, Lipsia, 1902
Die große Revolution. Ein Mondroman, Insel, Lipsia, 1902
Immer mutig! Ein phantastischer Nilpferdroman, 2 volumi, J. C. C. Bruns, Minden, 1902
Der Aufgang zur Sonne. Hausmärchen, J. C. C. Bruns, Minden, 1903
Kometentanz. Astrale Pantomime in zwei Aufzügen, Insel, Lipsia, 1903
Machtspäße. Arabische Novellen, Eduard Eisselt, Berlino, 1904
Revolutionäre Theater-Bibliothek, con disegno dello stesso Scheerbart, 6 volumi, Eduard Eisselt, Berlino, 1904
Der Kaiser von Utopia. Ein Volksroman, Eduard Eisselt, Berlino, 1904
Don Miguel de Cervantes Saavedra Schuster und Loeffler, Berlino, 1904
Münchhausen und Clarissa. Ein Berliner Roman Oesterheld, Berlino, 1906
Jenseits-Galerie. Ein Mappenwerk Oesterheld, Berlino, 1907, (raccolta di disegni fantastici)
Kater-Poesie. Rowohlt, Parigi-Lipsia, 1909
Die Entwicklung des Luftmilitarismus und die Auflösung der europäischen Land-Heere, Festungen und Seeflotten. Eine Flugschrift Oesterheld, Berlino, 1909
Das Perpetuum mobile. Die Geschichte einer Erfindung, Rowohlt, Lipsia, 1910 (Contiene un pieghevole con 26 disegni tecnici)
^Una prima volta nella rivista Frühlicht dal gennaio al luglio 1930, e ancora in volume in: Paul Scheerbart und Bruno Taut. Zur Geschichte einer Bekanntschaft. Scheerbarts Briefe der Jahre 1913-1914 an Gottfried Heinersdorff, Bruno Taut und Herwarth Walden, a cura di Leo Ikelaar, Paderborn, Igel-Verlag, 1996. ISBN 3-89621-037-8