Più pene che pane | |
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Titolo originale | More Pricks than Kicks |
Autore | Samuel Beckett |
1ª ed. originale | 1934 |
1ª ed. italiana | 1970 |
Genere | Racconti |
Lingua originale | inglese |
Più pene che pane (titolo originale in inglese: More Pricks than Kicks) è una raccolta di 10 racconti scritta da Samuel Beckett intorno agli anni 1930-33 e pubblicata originariamente dalla Chatto and Windus di Londra nel maggio 1934, per interesse di Charles Prentice, e poi ripresa dalla Grove Press di New York nel 1972. È il suo primo libro di finzione, dopo la pubblicazione del saggio su Proust.
Il titolo originale contiene un gioco di parole: Prick, dolore inferto da qualcosa di acuminato, ma anche membro virile; Kick, calcio, ma anche piacere, orgasmo.
Contiene estratti dal romanzo Dream of Fair to Middling Women, per il quale l'autore non riuscì a trovare un editore, insieme con altri racconti, uno solo dei quali[1] era già uscito su rivista. Il libro non vendette granché e fu recensito come mera "imitazione di Joyce" o prodotto "sperimentale e insicuro"[2].
Pur avendo tradotto da sé la maggior parte delle proprie opere, scritte in inglese o direttamente in francese, la traduzione in francese, con il titolo di Bande et sarabande, è stata fatta solo nel 1994, da Edith Fournier.
L'edizione italiana uscì con il titolo Novelle, tradotta da Alessandro Roffeni, presso la SugarCo di Milano nel 1970, (collana «I giorni» n° 41), poi ripresa in ed. economica da Garzanti (1975, collana «I Garzanti» n° 595) e nuovamente da SugarCo (collana «Tasco» n° 15) con il nuovo titolo Più pene che pane.
Da qualche dettaglio, si possono ambientare i racconti a Dublino (dove il libro verrà censurato, e costò a Beckett un processo, impedendone la pubblicazione fino al 1952).
I racconti seguono la vita di un personaggio alquanto libresco, chiamato Belacqua Shuah, una specie di antieroe, dal suo periodo di studente alla morte. Il nome Belacqua è preso da Dante, dal IV canto del Purgatorio, dove simboleggia la pigrizia. Beckett aveva scoperto Dante nel 1926 e da allora era stata una delle sue letture preferite e più frequenti[3].
Altre persone reali sono state dipinte all'interno dei racconti, Ethna MacCarthy (detta Alba) e Lucia Joyce (ovvero Syra Cusa). Ma la difficile reazione delle persone che si riconoscevano nei personaggi fece decidere Beckett ad allontanarsi ancora di più dal realismo e a partire da Murphy, suo libro successivo, i propri personaggi diventeranno più astratti.
Al momento di andare in stampa, Charles Prentice gli chiese di aggiungere una storia, e Beckett scrisse Echo's Bones, dove Belacqua risorge[8], ma poi il racconto non venne incluso e rimane ancora oggi tra gli inediti (benché il titolo fu usato per una sezione di una raccolta di poesie).
Creatività spinta, qualche impertinenza e forte ironia spostano continuamente la vicenda in episodi diversi e non sempre compatibili da un punto di vista logico-narrativo, tuttavia di fascino certo, anche per il ricorso ogni tanto a cantilene, citazioni e modi particolari di far aderire la lingua ai personaggi. Come disse uno dei primi anonimi recensori, augurandosi che eventuali prossime edizioni abbiano note esplicative, "non sono racconti convenzionali": se gli "eventi sono ordinari" il loro modo di narrarli è "obliquo", mentre mescola "eroicomico" e "sorprese da bassa commedia"[9].