Pseudoclitocybe cyathiformis | |
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Pseudoclitocybe cyathiformis | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Basidiomycetes |
Ordine | Agaricales |
Famiglia | Tricholomataceae |
Genere | Pseudoclitocybe |
Specie | P. cyathiformis |
Nomenclatura binomiale | |
Pseudoclitocybe cyathiformis (Bull.) Singer, 1956 |
Pseudoclitocybe cyathiformis Caratteristiche morfologiche | |
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Cappello | |
Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | |
Pseudoclitocybe cyathiformis (Bull.) Singer, Mycologia 48: 725 (1956)
Da 2 a 7 cm, carnoso, convesso e poi piano, liscio, di colore grigiastro o grigio-cenere, con margine sottile, involuto.
Fitte, non libere al gambo, separabile, talvolta venate alla base.
Da 5 a 10 cm, elastico, talora ingrossato alla base, pruinoso, concresciuto alla base con altri individui.
Biancastra, tenace, elastica.
Globuloso-sferiche, bianche in massa, amiloidi, 8-12 x 5-6,5 µm.
Cresce in autunno, ai margini dei boschi, nei prati, a volte su ceppaie mascescenti, comune.
Ottima, un fungo molto ricercato nonostante qualche testo riporti mediocre commestibile per via della scarsa consistenza della carne.
Difficile confonderlo con altre specie, anche se occasionalmente può essere confuso con qualche specie del genere Lepista o Entoloma.