Questa voce o sezione sugli argomenti biografie e arte ha problemi di struttura e di organizzazione delle informazioni.
Motivo: La sezione critica necessita di organica revisione, accorpando le sottostanti. La sezione Esposizioni principali elenca numerosissime mostre, non tutte "principali".
Risistema la struttura espositiva, logica e/o bibliografica dei contenuti. Nella discussione puoi collaborare con altri utenti alla risistemazione. Segui i suggerimenti dei progetti di riferimento 1, 2.
Protagonista di spicco del fenomeno artistico sperimentale noto come giovane scuola di Roma sviluppatosi nella Capitale negli anni sessanta, in compagnia di nomi quali Mario Schifano, con il quale il giovane Mambor ebbe modo di sperimentare le sue prime visioni artistiche nell'appartamento di Cinecittà.[1]
Ha modo di far conoscere i suoi primi lavori in occasione di un premio organizzato nel 1958, destando perplessità a causa della peculiari caratteristiche d'avanguardia delle opere esposte, oltre che da Mambor, anche da altri suoi amici quali lo stesso Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Cesare Tacchi, Francesco Lo Savio e Sergio Lombardo. La sua prima esposizione ha luogo nel 1959 a Roma, alla Galleria "L'Appia Antica". Nel giugno dell'anno successivo vince uno dei "Premi di incoraggiamento" della Galleria d'Arte Moderna, per poi esporre alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis nel 1963, 1964 e negli anni successivi.[1]
Contemporaneamente si dedica anche al cinema, iniziazione di una successiva sperimentazione fotografica, partecipando come interprete a La dolce vita di Federico Fellini e lavorando, fra gli altri, con Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Totò, Chet Baker, Damiano Damiani e legandosi sentimentalmente con Paola Pitagora con la quale, dopo un rapporto durato molti anni, conserverà un forte legame di amicizia.[1]
Dal 1975 dirige la compagnia teatrale Gruppo Trousse (nome tratto dalla scultura di metallo da lui realizzata) concentrandosi su una ricerca interiore alla sfera dell'uomo, soprattutto negli aspetti cognitivi, emotivi, nervosi[2]. Dal 1975 al 1987 è autore e regista di opere teatrali, e proprio nell'esperienza teatrale viene accompagnato dalla donna che diventerà sua moglie, Patrizia Speciale. Parallelamente al campo teatrale si applica nella realizzazione di fotografie, performance, video e filmati, trascurando la pittura, cui tornerà a dedicarsi nel 1989 dopo una pausa decennale, cui seguirà un'interruzione dovuta a problemi di salute e una successiva ripresa del percorso artistico pittorico.[1]
Ha continuato a dipingere e ad esporre fino a poco prima della sua morte avvenuta il 6 dicembre 2014 a Roma.
2009 Mostra antologica al Castel Sant'Elmo, a cura di Achille Bonito Oliva, Napoli
2009 Installazioni Mai note burrose nell'ambito della manifestazione "Auditorium Arte" presso l'Auditorium Parco della Musica, Roma
2010 Personale al Palazzo delle Poste, Milano, in occasione della giornata mondiale del teatro marzo/aprile con pubblicazione del manifesto sul sito del governo italiano[3]
2010 Esposizione Due ma non due guardiani e portatori - Opere di Renato Mambor e capolavori di arte africana, Galleria Limen 895, Roma
2011 Mostra antologica Storytelling a cura di Gianluca Ranzi all'Italian Cultural Institute, Londra[4]
2011 54ª Biennale di Venezia: Padiglione Siria presso l'Isola di San Servolo, Caserma Cornoldi, a cura di Fabio Anselmi e Sandro Orlandi, Venezia
2012 Grande personale allo spazio espositivo Halle Am Wasser di Berlino a cura di Gianluca Ranzi, Berlino[5]
2012 Personale Casa Guayasamin, Bienal de La Habana, Cuba
2012 Mostra personale antologica presso l'Istituto Italiano di Cultura di Praga organizzazione Gianluca Ranzi, Praga
2012 Mostra Quo Vadis? presso la Cath Alexandrine Danneskiold-Samsøe Gallery, Copenaghen
2012 Aeroplano azzurro GNAM - Galleria Nazionale di Arte Moderna e contemporanea, Roma
2013 Mostra personale al MACRO di Roma Renato Mambor. Atto unico a cura di Benedetta Carpi De Resmini
2014 Personale Mambor campionatore presso le fruttiere di Palazzo Te, a cura di Gianluca Marziani, Mantova
2014 Mostra personale, Brescia Galleria Marzia Spatafora
2014 Mostra Ritorno alle stelle - Back to the Stars, Biennale di Venezia architettura presso l'Isola di San Servolo, a cura di Paola Poponi, Venezia
Nell'aprile 2012 Mambor appare sulla copertina della rivista culturale di Umberto EcoAlfaBeta2 come artista del mese; oltre alla copertina illustra ogni pagina con alcune sue opere esposte alla mostra di Berlino del 2012.
Scrive Achille Bonito Oliva: "Attratto dalla moltiplicabilità anonima dell'immagine, Mambor arriva alle "campionature" di uomini "statistici", avendo ridotto la matrice delle figure a timbro, per poi giungere ad illustrazioni di azioni e verbi elementari (camminare, abbracciare, asciugarsi, chiudere la porta) con conseguente riappropriazione del loro significato, dove è l'arte a produrre un rinnovato ed innocente apprendimento elementare, ma attraverso un'esibita neutralità esecutiva che discende dal rifiuto di considerare l'artista come un individuo privilegiato nella società".