Salvatore Barzilai | |
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Ministro per le terre liberate dal nemico | |
Durata mandato | 16 luglio 1915 – 18 luglio 1916 |
Capo del governo | Antonio Salandra |
Predecessore | Carica istituita |
Successore | Carica abolita |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XVII, XVIII, XIX, XX, XXI, XXII, XXIII, XXIV |
Gruppo parlamentare | Repubblicano (dal 1897) |
Circoscrizione | Roma |
Collegio | I e V |
Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | dalla XXV (nomina 30/09/1920) |
Tipo nomina | Categorie: 3, 5, 20 |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Repubblicano Italiano |
Titolo di studio | Juris Doctor |
Università | Università di Bologna |
Professione | Avvocato e pubblicista |
Salvatore Barzilai (Trieste, 7 maggio 1860 – Roma, 5 gennaio 1939) è stato un avvocato, criminologo e politico italiano.
Nacque a Trieste, nell'Impero austro-ungarico, da famiglia ebraica[1], figlio dell'archeologo Giuseppe Barzilai e di Elena Saraval.
Si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Bologna nel 1882 e lavorò presso la corte d'appello di Graz; nel corso della sua carriera d'avvocato svolse importanti studi di criminologia. Irredentista, scrisse sull'Indipendente di Trieste e poi, dal 1883, fu redattore per la politica estera su La Tribuna di Roma. Nel 1890 divenne deputato tra le file dell'"estrema sinistra" radicale. Nel 1895 partecipò alla fondazione del Partito Repubblicano Italiano e, nel 1897, alla costituzione del gruppo parlamentare repubblicano alla Camera dei deputati.
Fu il primo esponente del Partito Repubblicano a rivestire incarichi di governo, come ministro senza portafoglio per le terre liberate dal 15 luglio 1915 al 18 giugno 1916, durante il secondo governo di Antonio Salandra. Nel 1919 fece parte della delegazione italiana alla Conferenza di pace di Parigi. Nel 1920 fu nominato senatore e fu anche presidente della FNSI.
Iniziato massone alla loggia "Universo" di Roma nel 1886[2], ha fatto parte del Consiglio dell'Ordine della massoneria del Grande Oriente d'Italia[3], fu pure carbonaro[4].
Nei banchetti elettorali, Salvatore Barzilai era solito offrire caraffe di vino ai suoi elettori; per tale abitudine, la caraffa da due litri, a Roma, venne denominata "er barzilai".[5]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 40185860 · ISNI (EN) 0000 0000 7728 679X · SBN RAVV055703 · BAV 495/4034 · LCCN (EN) n85101811 · GND (DE) 119325330 · BNE (ES) XX1199653 (data) · BNF (FR) cb11168133w (data) · J9U (EN, HE) 987007258240105171 · CONOR.SI (SL) 168527971 |
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