Slave to the Grind (album)

Slave to the Grind
album in studio
ArtistaSkid Row
Pubblicazione11 giugno 1991
Durata50:01
Dischi1
Tracce12
GenereHeavy metal
Hair metal
Hard rock
Speed metal
EtichettaAtlantic
ProduttoreMichael Wagener
Registrazione1990–1991, New River Studios, Fort Lauderdale (Florida) e Scream Studios, Los Angeles (California)
FormatiCD, LP, MC
Certificazioni
Dischi d'argentoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[1]
(vendite: 60 000+)
Dischi d'oroAustralia (bandiera) Australia[2]
(vendite: 35 000+)
Giappone (bandiera) Giappone[3]
(vendite: 100 000+)
Dischi di platinoCanada (bandiera) Canada[4]
(vendite: 100 000+)
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti (2)[5]
(vendite: 2 000 000+)
Skid Row - cronologia
Album precedente
(1989)
Album successivo
(1995)
Singoli
  1. Monkey Business
    Pubblicato: maggio 1991
  2. Slave to the Grind
    Pubblicato: giugno 1991
  3. Wasted Time
    Pubblicato: ottobre 1991
  4. In a Darkened Room
    Pubblicato: 25 novembre 1991
  5. Quicksand Jesus
    Pubblicato: 1992
  6. Psycho Love
    Pubblicato: 1992
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[6]
Chicago Tribune[7]
Entertainment Weekly[8]A−
Rolling Stone[9]

Slave to the Grind è il secondo album in studio del gruppo musicale statunitense Skid Row, pubblicato l'11 giugno 1991 dalla Atlantic Records.

L'album ha debuttato al primo posto della Billboard Hot 100 negli Stati Uniti d'America.[10] Per questo motivo, ai tempi venne erroneamente indicato come il primo disco heavy metal nella storia capace di arrivare in testa alle classifiche americane.[6] Tale record infatti, secondo molti, era già stato imposto dai Quiet Riot con l'album Metal Health nel 1983.

Sebastian Bach in concerto in Francia nel novembre 1991

Rispetto al primo lavoro del gruppo, Slave to the Grind è caratterizzato da un sound decisamente più pesante. Gli Skid Row abbandonarono quasi del tutto lo stile pop metal che li aveva accompagnati agli esordi, preferendo così una forma sonora tendente in maniera maggiore all'heavy metal puro. Anche i testi sono più complessi, criticano i modi della vita moderna occidentale, le autorità, la politica, la droga e la religione organizzata. Il brano Get the Fuck Out venne censurato in alcune edizioni dell'album a causa del suo contenuto fortemente esplicito. Anche se il disco ebbe ottime recensioni e un buon successo di pubblico, gli Skid Row, per problemi interni e per l'avanzare dell'emergente corrente grunge, iniziarono a manifestare una decadenza artistica che ebbe come esito l'uscita di Sebastian Bach e Rob Affuso dal gruppo, dopo aver però pubblicato l'album Subhuman Race nel 1995.

La copertina del disco è ispirata al Seppellimento di santa Lucia del Caravaggio

La copertina dell'album fu realizzata da David Bierk, il padre di Sebastian Bach, che si ispirò al Seppellimento di santa Lucia del Caravaggio, inserendo nel dipinto alcuni riferimenti moderni. Tra la folla è possibile scorgere il presidente americano John F. Kennedy.

  1. Monkey Business – 4:20 (Rachel Bolan, Dave Sabo)
  2. Slave to the Grind – 3:31 (Sebastian Bach, Bolan, Sabo)
  3. The Threat – 3:52 (Bolan, Sabo)
  4. Quicksand Jesus – 5:26 (Bolan, Sabo)
  5. Psycho Love – 3:58 (Bolan)
  6. Get the Fuck Out – 2:42 (Bolan, Sabo)
  7. Livin' on a Chain Gang – 4:00 (Bolan, Sabo)
  8. Creepshow – 3:59 (Bolan, Scotti Hill, Rob Affuso)
  9. In a Darkened Room – 3:57 (Bach, Bolan, Sabo)
  10. Riot Act – 2:42 (Bolan, Sabo)
  11. Mudkicker – 3:56 (Bolan, Sabo, Hill)
  12. Wasted Time – 5:50 (Bach, Bolan, Sabo)
Traccia bonus dell'edizione giapponese
  1. Beggar's Day – 4:05 (Bach, Bolan, Sabo)
Gruppo
Produzione
Classifica (1991) Posizione
massima
Australia[11] 3
Austria[12] 16
Canada[13] 5
Finlandia[14] 3
Germania[15] 12
Giappone[16] 3
Norvegia[17] 12
Nuova Zelanda[18] 8
Regno Unito[19] 5
Stati Uniti[10] 1
Svezia[20] 9
Svizzera[21] 15
  1. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato l'11 luglio 2015. Digitare "Skid Row" in "Keywords", dunque premere "Search".
  2. ^ (EN) Gavin Ryan, Australia's Music Charts 1988-2010, Mt. Martha, VIC, Australia, Moonlight Publishing, 2011.
  3. ^ (EN) Oricon Album Chart Book: Complete Edition 1970-2005, Roppongi, Oricon Entertainment, 2006, ISBN 4-87131-077-9.
  4. ^ (EN) Gold/Platinum, su musiccanada.com, Music Canada. URL consultato l'11 luglio 2015.
  5. ^ (EN) Slave to the Grind – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato l'11 luglio 2015.
  6. ^ a b (EN) Steve Huey, Slave to the Grind, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 20 giugno 2015.
  7. ^ (EN) Brenda Herrmann, Skid Row Slave to the Grind (Atlantic), su articles.chicagotribune.com, Chicago Tribune, 11 luglio 1991. URL consultato il 20 giugno 2015.
  8. ^ (EN) Janiss Garza, Slave To the Grind Review, su ew.com, Entertainment Weekly, 21 giugno 1991. URL consultato il 20 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2014).
  9. ^ (EN) David Fricke, Skid Row: Slave To The Grind : Music Reviews, su rollingstone.com, Rolling Stone, 22 agosto 1991. URL consultato il 20 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2007).
  10. ^ a b (EN) Skid Row – Chart History, su billboard.com, Billboard. URL consultato il 31 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2014).
  11. ^ (EN) Australian Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su australiancharts.com.
  12. ^ (DE) Austrian Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su austriancharts.at.
  13. ^ (EN) Top Albums/CDs - Volume 54, No. 7, July 20 1991, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 31 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2015).
  14. ^ (FI) Timo Pennanen, Sisältää hitin - levyt ja esittäjät Suomen musiikkilistoilla vuodesta 1972, 1ª ed., Helsinki, Kustannusosakeyhtiö Otava, 2006, ISBN 978-951-1-21053-5.
  15. ^ (DE) German Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su offiziellecharts.de.
  16. ^ (JA) Japan Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su oricon.co.jp, Oricon Style. URL consultato il 31 ottobre 2014.
  17. ^ (EN) Norwegian Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su norwegiancharts.com.
  18. ^ (EN) New Zealand – Skid Row – Slave to the Grind, su charts.org.nz. URL consultato il 16 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2015).
  19. ^ (EN) Chart Archive – Skid Row – Slave to the Grind, su chartarchive.org, Chart Stats (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2015).
  20. ^ (EN) Swedish Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su swedishcharts.com, swedischcharts.com.
  21. ^ (DE) Swiss Charts – Skid Row – Slave to the Grind, su hitparade.ch.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]