Sorbolongo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Pesaro e Urbino |
Comune | Sant'Ippolito (Italia) |
Territorio | |
Coordinate | 43°40′21″N 12°53′41″E |
Altitudine | 357 m s.l.m. |
Abitanti | 459 (2004) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 61040 |
Prefisso | 0721 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | san Michele arcangelo |
Cartografia | |
Sorbolongo è una frazione di 460 abitanti circa nel comune di Sant'Ippolito in provincia di Pesaro e Urbino, l'abitato è quasi completamente costituito da un castello che ancora mantiene la sua struttura medievale originaria.
Il castello di Sorbolongo è situato sulle colline a cavallo tra la valle del fiume Metauro e quella del Cesano, posto sulla strada che collega il capoluogo Sant'Ippolito al confinante comune di Barchi.
Il nome del castello deriva molto probabilmente dalla presenza di un sorbo particolarmente alto sulla collina dove oggi si erge il paese. Una conferma a questa tesi è dato dallo stemma che campeggia sopra il portone d'accesso della chiesa del paese.
Si può ipotizzare l'origine di Sorbolongo con il declino dell'Impero romano, quando le scorrerie barbariche dal IV secolo in poi, costrinsero le popolazioni delle vallate del Metauro e del Cesano a fuggire in luoghi elevati e quindi meglio difendibili. Come il resto della penisola, subì il dominio Ostrogoto e dopo la guerra gotica, entrò a far parte dell'Esarcato fino alla conquista longobarda (751) e poi Franca ad opera di Pipino il Breve, il quale donerà l'intero territorio al Papa. Sorbolongo resterà sotto il governo della chiesa tramite il controllo di vicari fino all'unità d'Italia nel 1861. Con la nascita del Regno d'Italia il paese divenne sede di un municipio fino al 1928 quando un regio decreto lo accorpò al comune di Sant'Ippolito.
Il terzo fine settimana di maggio, dal 1972, il castello di Sorbolongo celebra la Sagra della Lumaca. L'interesse per questo gasteropode come alimento era già elevato a metà del secolo scorso, quando soprattutto gli agricoltori ne raccoglievano nei campi per assaggiarne la prelibatezza fino ad arrivare all'istituzione della sagra da parte di un gruppo di paesani che si definiscono tuttora “Marinai delle Montagne”.