«But what can a poor boy do
Except to sing for a rock'n'roll band?»
«Ma che cosa può fare un povero ragazzo
se non cantare in una band di rock'n'roll?»
Street Fighting Man singolo discografico | |
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Artista | The Rolling Stones |
Pubblicazione | 31 agosto 1968 |
Durata | 3:14 |
Album di provenienza | Beggars Banquet |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Rock |
Etichetta | Decca Records London Records |
Produttore | Jimmy Miller |
Registrazione | marzo 1968 |
Note | n. 48 |
The Rolling Stones - cronologia | |
Street Fighting Man è una canzone della band britannica Rolling Stones, estratta come singolo dall'album Beggars Banquet del 1968. Definita "la canzone più politica" degli Stones[1], è stata inserita dalla rivista Rolling Stone al 295º posto nella lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi.
La canzone si apre con un riff acustico di chitarra e dei rintocchi di campanaccio. Nella sua recensione al brano il critico musicale Richie Unterberger dice:
«...è un pezzo eccezionale, che fa presa immediatamente sull'ascoltatore con i suoi accordi di chitarra improvvisi e molleggiati e la sua batteria tremenda e bizzarra. Quel ritmo di chitarra sconvolgente, pressante è il perno su cui poggiano i versi. I versi tipicamente semi-sepolti di Mick Jagger sembrano, ascoltandoli di sfuggita, un appello alla rivoluzione.»
Originariamente intitolata Primo Grande[3] e poi Did Everyone Pay Their Dues?[4], con la stessa musica ma un testo profondamente diverso, Street Fighting Man è conosciuta come una delle canzoni di Mick Jagger e Keith Richards più "impegnate" politicamente. Jagger l'avrebbe scritta ispirandosi a Tariq Ali dopo aver partecipato, nel marzo 1968, presso l'ambasciata statunitense a Londra, ad una manifestazione pacifista durante la quale la polizia a cavallo tentò di controllare una folla di 25.000 persone[1][5]. Trasse ispirazione anche dagli episodi di violenza tra gli studenti dimostranti lungo la rive gauche di Parigi,[6] preludio al maggio 1968.
In un'intervista del 1995 con Jann Wenner di Rolling Stone Jagger dichiarò:
«Sì, è stata una fonte diretta di ispirazione, perché, per contro, Londra era molto calma ... era un periodo molto strano in Francia. Non solo in Francia, tuttavia, ma anche in America, a causa della guerra del Vietnam e di questi sconvolgimenti senza fine. ...Pensai che fosse un'ottima cosa all'epoca. C'era tutta questa violenza che montava, cioè stavano per rovesciare il governo in Francia; De Gaulle aveva una fifa del diavolo, come in passato, e per così dire si chiuse a chiave in casa sua. Così il governo fu quasi inattivo. E le rivolte contro la polizia francese erano incredibili.»
La registrazione del brano ebbe luogo agli Olympic Studios di Londra nel marzo 1968. Nel corso della prima seduta per il brano, dove erano presenti solo Keith Richards e Charlie Watts, il brano nacque quando i due, seduti sul pavimento dello studio con un piccolo registratore a cassette Philips, iniziarono a sperimentare le nuove possibilità di incisione dell'apparecchio. La traccia base strumentale venne creata sovraincidendo numerose volte le parti di chitarra sulla cassetta mono con un forte effetto distorsivo. Brian Jones aggiunse anche il suono del suo sitar al brano. Poi si passò a sovraincidere le percussioni, le parti di basso, il piano di Nicky Hopkins, e lo shanai suonato da Dave Mason dei Traffic.
La canzone venne pubblicata su singolo (Lato B: No Expectations) negli Stati Uniti (ma non in Gran Bretagna dove uscì solo nel giugno 1971) il 31 agosto 1968 all'epoca della Convention Democratica di Chicago, venendo immediatamente bandita dalle radio americane per i contenuti sovversivi, e ritirata poco dopo dal mercato a causa dell'illustrazione di copertina del 45 giri che nella prima versione raffigurava scontri di piazza tra manifestanti e polizia. A causa dei vari boicottaggi il singolo non riuscì ad andare oltre la posizione numero 48 in classifica.
Street Fighting Man è stata oggetto di numerose reinterpretazioni. Si segnalano quelle di Rod Stewart, nell'album del debutto da solista An Old Raincoat Won't Ever Let You Down, degli Oasis, come b-side del singolo del 1998 All Around the World, dei Rage Against the Machine, nel quarto e ultimo album Renegades, dei Mötley Crüe, nell'album Red, White and Crüe, e dei Ramones, nella ristampa del 2002 di Too Tough to Die.