Tančík vz. 33 | |
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Descrizione | |
Tipo | tankette |
Equipaggio | 2 (comandante/mitragliere e pilota) |
Costruttore | fabbriche Adamov |
Data impostazione | 1930 |
Data entrata in servizio | 1934 |
Utilizzatore principale | Cecoslovacchia |
Altri utilizzatori | Germania |
Esemplari | 74 |
Sviluppato dal | Carden-Loyd Mk VI tankette |
Dimensioni e peso | |
Lunghezza | 2,70 m |
Larghezza | 1,75 m |
Altezza | 1,45 m |
Peso | 2,3 t |
Propulsione e tecnica | |
Motore | Praga 4 cilindri raffreddato ad acqua |
Potenza | 30 hp |
Trazione | cingolata |
Sospensioni | a balestra |
Prestazioni | |
Velocità su strada | 35 km/h |
Autonomia | 100 km 70 km fuoristrada |
Armamento e corazzatura | |
Armamento primario | 2 mitragliatrici ZB vz. 26 da 7,92 mm |
Corazzatura frontale | 12 mm |
Corazzatura laterale | 8 mm |
Corazzatura superiore | 6 mm |
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Il Tančík vz. 33 è stato un tankette cecoslovacco prodotto nei primi anni trenta, largamente ispirato al pari classe Carden-Loyd britannico: introdusse numerose migliorie al progetto originale ma i vertici militari in ultimo non lo inserirono nelle forze corazzate, ritenendolo più adatto a compiti di polizia di confine. Spartiti tra tedeschi e slovacchi tra il 1938 e il 1939, i vz. 33 andarono distrutti durante la sollevazione dello Stato slovacco nel tardo 1944.
Nel 1930 la Cecoslovacchia acquistò dalla Gran Bretagna un lotto di 3 esemplari del Carden-Loyd Mk VI tankette con relativa licenza: i mezzi vennero consegnati alla Českomoravská-Kolben-Daněk, la quale li analizzò e fabbricò 4 prototipi (denominati P-I) ognuno con peculiarità proprie per velocizzare le prove.[1] I collaudi furono estremamente severi ed evidenziarono talune manchevolezze: il motore fu ritenuto sottopotenziato e inoltre tendeva spesso a guastarsi; le feritoie erano tanto strette che non consentivano una visuale sufficiente dell'esterno; il brandeggio della mitragliatrice di bordo copriva un arco molto limitato, obbligando a ruotare l'intero veicolo per seguire bersagli in movimento oppure fuori tiro.[1] Il prototipo P-1 fu dunque rimaneggiato in conseguenza delle deficienze rilevate, incrementando al contempo il carico di munizioni e lo spessore della corazza.[1] Il mezzo venne accettato in servizio con la designazione Tančík vz. 33, abbreviata anche in T33.[2]
In seguito agli esiti soddisfacenti delle prove sostenute dal prototipo P-1 modificato, nel 1933 l'esercito richiese la consegna di 100 esemplari, da effettuarsi entro due anni:[1] la linea d'assemblaggio venne aperta nella sede delle fabbriche Adamov di Brno[3] che costruirono 70 unità ognuna dal costo di 131.200 corone dell'epoca. Tutti i tankette furono pronti nell'ottobre 1934.[1]
Il prototipo modificato venne inviato allo Shah dell'Iran come dono, mentre i rimanenti tre, che erano stati utilizzati come banco di prova, furono integrati in un'unità d'addestramento. Gli altri 70 vz. 33 parteciparono a delle manovre delle forze armate ma i comandi rimasero scettici: le sospensioni rendevano molto scomodi i viaggi fuoristrada, il pilota era tanto assorbito dalla guida che non aveva il tempo di sparare con la sua mitragliatrice e non v'era spazio interno per aggiungere una radio; ancora, fu constatato che oltre i 10 km/h era di fatto impossibile mirare con precisione e la visione esterna continuava a essere difficoltosa, fattore che sconsigliava di adoperare i piccoli carri come ricognitori. Intuita la limitatezza del tankette in sé, l'esercito creò plotoni di 3 unità ciascuno assegnandoli alla polizia di confine: in questa veste, vennero usati nell'estate del 1938 per reprimere azioni i Freikorps del Sudetendeutsche Partei, un partito guidato da Konrad Henlein che mirava a riunire il territorio germanofono dei Sudeti alla Germania nazista; successivamente respinsero brevi puntate offensive condotte sia dalla Polonia che dall'Ungheria.[1]
Con l'annessione dei Sudeti del settembre 1938 la Germania catturò 40 vz. 33, che però furono giudicati insoddisfacenti e relegati nelle scuole di carristi, se non smantellati.[4] Nel marzo 1939 la Cecoslovacchia venne definitivamente smembrata tra gli Stati confinanti: la nuova Repubblica Slovacca, satellite del Reich, s'appropriò dei restanti 30 esemplari che riunì nel battaglione corazzato "Martin"; nel 1940 vennero declassati a veicoli da esercitazione. Furono comunque impiegati attivamente in battaglia durante l'insurrezione nazionale slovacca, ma non si conoscono i dettagli: è invece certo che nessun vz. 33 sopravvisse.[1]
Il tankette Tančík vz. 33 era basato su una intelaiatura angolosa di barre in acciaio, sulle quali erano fissate le piastre di copertura mediante un processo di rivettatura: a differenza del modello britannico lo scafo aveva un disegno più semplice per facilitare la produzione in massa.[1] Le corazzature erano state progettate per deflettere i proiettili da 7,92 mm sparati da 20 a 180 metri; le munizioni perforanti dello stesso calibro potevano essere respinte fino alla distanza di 125 metri. Le protezioni anteriori misuravano 12 mm, i fianchi erano dotati di lamiere da 8 mm e sia cielo che fondo dello scafo arrivavano a 6 mm.[1] C'è però una fonte che porta un valore minimo della corazza pari a 4 mm.[3] L'equipaggio era di due soli uomini, dei quali il comandante sedeva a sinistra e il pilota a destra; l'armamento era su due mitragliatrici leggere ZB vz. 26 da 7,92 mm, note per aver ispirato il Bren inglese: quella a sinistra, operata dal capocarro, usufruiva di un supporto a sfera mentre la seconda, a destra, era fissa e azionata dal pilota per mezzo di un cavo Bowden. Nella piastra frontale vennero ricavate due larghe feritoie protette da vetri a prova di proiettile spessi 50 mm, in modo da regalare una buona visuale esterna.[1]
L'apparato motore era sistemato in senso trasversale nel piccolo compartimento, praticamente sotto i sedili dell'equipaggio: si trattava di un Praga a 4 cilindri in linea erogante 30 hp (31 secondo altri dati)[2], con una capacità di 1,95 litri[1] e una cilindrata di 1960 cm³;[3] il cambio associato aveva quattro marce avanti e una retromarcia. Poteva spingere il veicolo a 35 km/h su strada e grazie al serbatoio da 50 litri, montato nella fiancata sinistra, garantiva un'autonomia di 100 chilometri su strada bianca, 70 se la marcia avveniva su terra.[1] L'intero sistema di guida (trasmissione, riduttore, differenziale, albero motore, freni) era stato traslato dall'autocarro standard dell'esercito, l'AN.[1] Venne mantenuto l'originale treno di rotolamento su quattro ruote, assicurate a un longherone opportunamente inchiavardato al fianco dello scafo: ogni coppia di ruote era equipaggiata con piccole sospensioni a balestra. La ruota di rinvio era imperniata all'estremità della barra di sostegno, quella motrice era invece fissata sullo scafo; i cingoli erano sostenuti da un lungo tacco in legno rivestito con fogli metallici.[1]
Il Tančík vz. 33 misurava un'altezza assai contenuta di soli 1,45 metri e in generale era un mezzo dall'ingombro molto contenuto, mentre il peso complessivo arrivava soltanto a 2,3 tonnellate[3] oppure 2,5 tonnellate.[2] La sagoma ricordava sia il Carden-Loyd sia il polacco TK-3.[3]