Tarik Saleh (in arabo طارق صالح?; Stoccolma, 28 gennaio 1972) è un regista e sceneggiatore svedese.
Nato da padre egiziano e madre svedese, Saleh ha iniziato la sua carriera come graffitista, realizzando assieme a "Circle" nel 1989, all'età di 17 anni, il graffito Fascinate, uno dei primi esempi del genere in Svezia, all'epoca il graffito più grande di tutta l'Europa settentrionale e uno dei più longevi ancora esistenti; all'inizio degli anni novanta, ha vissuto nel Paese d'origine del padre, l'Egitto, studiando in un istituto d'arte.[1][2] Tornato in patria, ha cominciato a lavorare per la Sveriges Television, scrivendo per vari programmi prima di divenire noto ad un pubblico più vasto come conduttore della rivista sociale Elbyl (1996–98).
È poi passato dietro la macchina da presa realizzando con Erik Gandini documentari a tema politico come Gitmo - Le nuove regole della guerra (2005). Nel 2009 ha esordito nel cinema di finzione col pluripremiato film d'animazione Metropia, doppiato, tra gli altri, da Vincent Gallo, Juliette Lewis, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård ed Udo Kier. Nel 2017 ottiene il suo più grande successo commerciale al cinema col giallo basato su una storia vera Omicidio al Cairo, vincitore in patria del premio Guldbagge per il miglior film, bissato cinque anni dopo col thriller La cospirazione del Cairo, in concorso al Festival di Cannes.[3]
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