Tecla Scarano, nata Tecla Moretti (Napoli, 20 agosto 1894 – Napoli, 22 dicembre 1978), è stata un'attrice italiana.
Caratterista di ruoli talvolta secondari, ma sempre di notevole intensità, è stata una delle attrici napoletane più note, attiva dapprima a teatro, poi nel cinema e nella televisione.
Figlia di Giovanni Moretti, assunse il cognome materno (la madre era Anna Scarano, cantante d'operetta). Debuttò in palcoscenico a soli nove anni a Palermo[1] e a quindici anni era già interprete di canzoni e romanze teatrali, ottenendo un discreto successo al Teatro Jovinelli di Roma[1] grazie alla scrittura da parte dell'impresario del tempo, Giuseppe Jovinelli. Dopo un periodo come canzonettista nei café-concert partenopei, nel 1917 entrò a far parte della compagnia di teatro in prosa di Raffaele Viviani e fu protagonista di numerosi spettacoli di varietà, come Tuledo 'e notte e Fore 'a loggia.
Dopo una breve parentesi con Vincenzo Scarpetta, tornò con Viviani nel 1930 per poi lavorare negli spettacoli di rivista di Michele Galdieri e nell'avanspettacolo di Garinei e Giovannini (1946). Nel 1954 Eduardo De Filippo la volle (al posto della sorella Titina in precarie condizioni di salute), nella farsa di Antonio Petito, Palummella zompa e vola, rappresentazione inaugurale del nuovo Teatro San Ferdinando.
Lavorò con i più grandi attori del cinema comico italiano, da Totò a Nino Taranto, passando per Renato Rascel e fu spesso alla radio, sodale di Agostino Salvietti. Nel 1956 raggiunse una discreta notorietà presso il grande pubblico televisivo, dopo la partecipazione a L'Alfiere di Anton Giulio Majano. La sua attività cinematografica che era iniziata nel 1937 e proseguì sino al 1966, giungendo ad interpretare trentadue pellicole. Nel 1943 (ma il film uscì l'anno successivo) diede vita ad una petulante vicina di casa ne I bambini ci guardano diretta da Vittorio De Sica, col quale aveva condiviso da giovane i palcoscenici napoletani[2]
Nel dopoguerra la Scarano diede alcune significative interpretazioni, rimaste nella memoria del pubblico: è l'affettata e garrula attrice ed insegnante di recitazione napoletana Tilde Spernanzoni in Bellissima (1951) di Luchino Visconti, con Anna Magnani, poi la petulante moglie di Totò in Il medico dei pazzi (1954) di Mario Mattoli, e l'altezzosa zitella e sorella di un avvocato della "Napoli bene" in Ieri, oggi e domani (1963) di Vittorio De Sica. Per la sua intensa partecipazione in Matrimonio all'italiana del 1964, diretta ancora da De Sica e nella quale è l'affettuosa e protettiva domestica di Filumena (Sophia Loren), ottiene il Nastro d'argento alla migliore attrice non protagonista.
Concluse la propria carriera cinematografica nel 1966 interpretando con intelligenza e ironia un piccolo ruolo apparentemente incompatibile con il suo repertorio partenopeo, quello della ricchissima e bisbetica zia bergamasca nell'episodio Il marito di Olga de I nostri mariti, diretto da Luigi Zampa.
In televisione apparve per l'ultima volta nel 1978 su Rete Uno nel film Diario di un giudice, e su Napoli Canale 21 nella trasmissione di Mario Trevi Trevi+Trevi=Napoli [3]. Con Mario Trevi prese parte anche alla sua ultima apparizione teatrale, nella sceneggiata 'A befana del 1978, ed all'ultima incisione discografica, nel brano 'O treno[4] dell'album 'A befana. Finita la prima replica della sceneggiata, per motivi di salute non riuscì a prendere parte alla seconda replica. Morì a Napoli il 22 dicembre 1978.[5] Era sposata con il compositore e direttore d'orchestra Franco Langella.
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