The Otaku Encyclopedia

The Otaku Encyclopedia
AutorePatrick W. Galbraith
1ª ed. originale2009
Generesaggio
Sottogenereenciclopedia, manuale
Lingua originaleinglese

The Otaku Encyclopedia (L'enciclopedia Otaku) è un saggio di Patrick Galbraith redatto in forma di enciclopedia tematica, pubblicato nel 2009 in Giappone, Europa e Stati Uniti dall'editore Kōdansha.[1]

L'opera è una guida alla subcultura Otaku, e un'ampia panoramica sugli argomenti e i termini relativi.

The Otaku Encyclopedia è formato da circa 600 voci sulla subcultura connessa a manga, anime e videogiochi, con 124 pagine a colori e 150 fotografie.[2] La figura manga di Moechan accompagna il lettore lungo tutto il libro.[3] Le fotografie sono di Asaki Katsuhide e le illustrazioni di Akashiro Miyu.

Il volume, che si apre con i testi introduttivi di Frederik L. Schodt e Patrick Galbraith, contiene anche 12 interviste con personalità della scena Otaku, tra cui l'artista di fama internazionale Takashi Murakami, o celebrità dei maid café di Akihabara.[4] Tra le persone intervistate vi sono anche il designer Kaichiro Morikawa, la cantante e blogger Shōko Nakagawa (nota come Shokotan), il produttore di anime Toshio Okada, dello studio Gainax, il regista Yutaka Yamamoto, e Bome, il più noto scultore di statuine bishōjo ispirate a manga e anime.

Il volume si chiude con una lista di anime, manga videogiochi di riferimento, ed è corredato da una bibliografia sul tema e da un elenco di siti web e riviste otaku.

  1. ^ (EN) The Otaku Encyclopedia. An Insider's Guide to the Subculture of Cool Japan Archiviato il 16 agosto 2009 in Internet Archive. Scheda libro sul sito dell'editore Kōdansha, con un'intervista a Patrick W. Galbraith. URL consultato il 1º ottobre 2010.
  2. ^ (EN) The Otaku Encyclopedia. Scheda di «ICv2», 1º giugno 2009. URL consultato il 1º ottobre 2010.
  3. ^ (EN) Otaku Encyclopedia, 5 giugno 2009, su «Dannychoo.com Culture:Japan». URL consultato il 1º ottobre 2010.
  4. ^ (EN) Mark Schilling. The quirky terrain of an otaku mind. «The Japan Times», 26 luglio 2009. URL consultato il 1º ottobre 2010.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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