Thomas John Gumbleton vescovo della Chiesa cattolica | |
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Estote factores Verbi | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 26 gennaio 1930 a Detroit |
Ordinato presbitero | 2 giugno 1956 dal cardinale Edward Aloysius Mooney |
Nominato vescovo | 8 marzo 1968 da papa Paolo VI |
Consacrato vescovo | 1º maggio 1968 dall'arcivescovo John Francis Dearden (poi cardinale) |
Deceduto | 4 aprile 2024 (94 anni) a Detroit |
Thomas John Gumbleton (Detroit, 26 gennaio 1930 – Detroit, 4 aprile 2024) è stato un vescovo cattolico statunitense.
Thomas John Gumbleton è nato a Detroit il 26 gennaio 1930.
Ha frequentato la Sacred Heart Seminary High School e successivamente il seminario "Sacro Cuore" dell'arcidiocesi di Detroit. Ha poi proseguito gli studi al seminario provinciale "San Giovanni" di Plymouth e alla Pontificia Università Lateranense. Ha conseguito un Bachelor of Arts nel 1952, un Master of Divinity nel 1956 e il dottorato in diritto canonico nel 1964.
Il 2 giugno 1956 è stato ordinato presbitero dal cardinale Edward Aloysius Mooney. È stato vicario parrocchiale e poi parroco della parrocchia di Sant'Alfonso a Dearborn.
L'8 marzo 1968 papa Paolo VI lo ha nominato vescovo ausiliare di Detroit e titolare di Ululi. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 1º maggio successivo dall'arcivescovo metropolita di Detroit John Francis Dearden, coconsacranti il vescovo di Lansing Alexander Mieceslaus Zaleski e il vescovo ausiliare di Detroit Joseph Matthew Breitenbeck. Nel 1968 è stato nominato vicario generale dell'arcidiocesi di Detroit. In seguito è stato parroco delle parrocchie di San Luigi, Santo Spirito e San Leone.
È stato fondatore nel 1972 e poi presidente della sezione statunitense di Pax Christi, un'organizzazione dedicata alla promozione della pace. È rimasto uno degli "ambasciatori della pace" dell'organizzazione. Nel dicembre del 1980 ha fondato la coalizione del Michigan per i diritti umani con l'ex vescovo episcopale Harry Coleman McGehee Jr. e il rabbino Richard Hertz.[1][2] Nel 1979 ha conseguito il Premio Pacem in Terris. Ha ricevuto numerosi titoli accademici onorari, tra i quali diversi Doctor of Divinity da parte di diverse istituzioni universitarie.
Ha viaggiato estesamente, tenuto discorsi e partecipato a veglie di preghiera e trasmissioni televisive e radiofoniche. Le sue omelie domenicali pronunciate nella parrocchia di San Leone sono documentate dal National Catholic Reporter dove monsignor Gumbleton ha scritto molti articoli.[3]
Nel 2006 ha dato una testimonianza scritta al Comitato giudiziario del parlamento dell'Ohio in cui ha spiegato il suo appoggio a un disegno di legge che estenderebbe il termine di prescrizione per il reato di abuso sessuale a venti anni dopo il 18º compleanno della vittima, un disegno di legge che non aveva trovato il favore dei vescovi dell'Ohio. Ha affermato di essere stato abusato sessualmente da un prete quando era adolescente in seminario. Ciò ha attirato l'attenzione dei media. Ha dichiarato: "Non voglio esagerare e non sono stato terribilmente danneggiato, non è stato il tipo di abuso sessuale che molte delle vittime hanno sperimentano". Ha aggiunto anche: "Sono intimidito, imbarazzato e voglio seppellirlo. Non lo ho mai detto ai miei genitori... Non lo ho mai detto a nessuno".[4] Ha parlato così per incoraggiare i cattolici che sono stati abusati di fare reclami attraverso i canali ufficiali. Poco dopo è stato informato che, per le sue azioni in questo caso, aveva violato la solidarietà della communio episcoporum (comunione episcopale) della legge canonica. L'arcivescovo di Detroit Adam Joseph Maida ha quindi chiesto al prefetto della Congregazione per i vescovi, cardinale Giovanni Battista Re, di spingere monsignor Gumbleton a lasciare l'incarico di vescovo ausiliare in quanto aveva già raggiunto i 75 anni e non aveva ancora presentato le dimissioni per raggiunti limiti di età.
Il 2 febbraio 2006 papa Benedetto XVI ha accettato la sua rinuncia all'incarico per raggiunti limiti d'età.[5] Nel 2007 ha lasciato la guida della parrocchia di San Leone in obbedienza all'arcivescovo Adam Joseph Maida.[6]
Nel 2012 ha firmato con altri studiosi cattolici una dichiarazione sulla riforma dell'autorità nella Chiesa cattolica.[7]
È morto a Detroit il 4 aprile 2024 all'età di 94 anni.[8]
Nel 1999 è stato arrestato al di fuori della Casa Bianca insieme a undici altri manifestanti anti-guerra per disturbo della quiete pubblica. Monsignor Gumbleton è stato anche un avversario della guerra in Iraq ed è stato successivamente arrestato di nuovo fuori dalla Casa Bianca. Era un leader della disobbedienza civile ed è stato arrestato insieme al vescovo della Chiesa metodista C. Joseph Sprague, al rabbino Arthur Waskow, ai premi Nobel per la pace Mairead Corrigan e Jody Williams e a diversi membri di organizzazioni pacifiste.[9] È l'unico vescovo cattolico in America ad aver fatto una simile azione di protesta contro la guerra. In passato è stato arrestato anche a causa delle proteste contro le armi nucleari.
Ha scritto ampiamente sull'insegnamento cattolico in materia di omosessualità. Ha spesso descritto la sua esperienza personale nell'avere un fratello omosessuale.[10] Suo fratello Dan ha infatti rivelato alla famiglia di essere omosessuale tramite una lettera. Tale rivelazione lo ha costretto a considerare la questione, che precedentemente aveva ignorato.
È sempre stato un sostenitore di New Ways Ministry, un movimento di difesa e giustizia per i cattolici omosessuali, bisessuali e transgender che lavora per la riconciliazione all'interno delle comunità cristiane e civili. Ha anche chiesto ai sacerdoti e ai vescovi omosessuali di uscire allo scoperto e di essere veritieri a se stessi e agli altri.
Durante il suo episcopato ha indossato talvolta una mitra in cui vi erano i simboli della croce, un arcobaleno e un triangolo rosa. Il triangolo rosa ha causato alcune lamentele da parte di alcuni a causa della sua storia come simbolo dei diritti gay dopo il suo uso per identificare gli omosessuali nei campi di concentramento nazisti.[11]
È divenuto noto per aver discusso sull'argomento con padre Baker sulle pagine della rivista America prima della pubblicazione dell'istruzione ufficiale della Santa Sede sull'argomento.[12]
La genealogia episcopale è:
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