Nel 1877 compie un breve viaggio a Parigi, dove si sofferma a studiare le opere esposte al Museo del Louvre. È tuttavia Napoli, con la sua vivace vita popolare, la principale fonte di ispirazione dell'artista: le opere con le quali partecipa alle esposizioni nazionali - come quelle di Torino, del 1880,[1] del 1884 e del 1898 - e alle internazionali (come quella di Barcellona, dove nel 1911 ottiene la medaglia d'argento) ne sanciscono la fama di attento osservatore ed indagatore della realtà napoletana.
La Galleria dell'Accademia di belle arti di Napoli possiede queste opere di Vincenzo Migliaro: Testa di giovane donna, olio su tela, 1877, 42x54 cm, saggio di scuola premiato (in deposito al Museo di Capodimonte); Studio di due figure coricate, carboncino, 1878, 54,9x42,4 cm, firmato e datato, saggio di scuola premiato; Bozzetto, matita penna e carboncino, 34x42,7 cm, firmato.[2]
^Fu una Esposizione nazionale che valorizzò la pittura napoletana contemporanea. Vediː 4ª Esposizione nazionale di Belle arti: Torino, 1880: catalogo ufficiale generale, Torino, V. Bona, 1880, SBNTO00981305.
Alfredo Schettini, La Pittura napoletana dell'Ottocento, Editrice E.D.A.R.T., Napoli, 1967.
Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBNNAP0178087.
M. A. Pavone, Napoli scomparsa nei dipinti di fine ottocento, Newton Compton Editori, Roma, 1987.
AA.VV., Capolavori dell'800 Napoletano, dal romanticismo al verismo, Mazzotta, Milano
Nello e Saverio Ammendola, Ottocento-Novecento, due secoli di pittura a Napoli, con introduzione e intervista di M. Picone Petrusa, Electa Napoli, Napoli 1999.
Domenico Di Giacomo, Vincenzo Migliaro il pittore di Napoli, Ianieri editore, Pescara, 2006.
Girace P., Artisti contemporanei, Napoli, Ed. E.D.A.R.T., 1970, pp. 9-12, SBNNAP0057927..