Waterlooplein

Waterlooplein
Scorcio di Waterlooplein
Localizzazione
StatoPaesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi
CittàAmsterdam
Informazioni generali
Tipopiazza
Intitolazionebattaglia di Waterloo
Mappa
Map
Il mercatino delle pulci
Lo Stadhuis-Muziektheater o "Stopera", visto dal fiume Amstel
Mozes en Aäronkerk
L'Academie van Bouwkunst

Waterlooplein ("Piazza Waterloo") è - insieme a Piazza Dam, alla Rembrandtplein e alla Leidseplein - una delle più famose piazze di Amsterdam. La piazza risale al 1882[1][2][3][4] e si trova nell'ex-quartiere ebraico.

Waterlooplein è famosa soprattutto per lo Stadthuis-Muziektheater o "Stopera" e per il mercatino delle pulci, il più grande della città[5], che si tiene ogni giorno dal lunedì al sabato[6] sin dal 1893[6][7].

Waterlooplein si trova nella parte meridionale della Oude Zijde ("Zona vecchia")[1], lungo il fiume Amstel, a sud della Jodenbreestraat e la Muiderstraat e a nord dell'Herengracht ("Canale dei Signori")[1] e nelle immediate vicinanze di monumenti quali la Rembrandthuis ("Casa di Rembrandt"), lo Joods Historisch Museum ("Museo storico ebraico"), la Sinagoga portoghese, la Zuiderkerk, la Pintohuis, il Museo Willet-Holthuysen e il Blauwbrug ("Ponte blu"), ponte che di fatto collega la piazza alla Nieuwe Zijde.[1]

La piazza sorge in quella che un tempo era un'isola artificiale creata nel XVII secolo e che si chiamava Vlooyenburg.[1]

Waterlooplein fu realizzata nel 1882[1][3][4] come piazza di mercato per il quartiere ebraico della città. Per la sua realizzazione si rese necessario l'interramento di due canali, il Leprozengracht e lo Houtgracht.[1][2][3][4][6]

Quando, un decennio dopo, molti commercianti di origine ebraica furono costretti dalle autorità a trasferire qui le proprie attività[7], a partire dal 1893 la piazza iniziò ad ospitare il mercatino delle pulci.[6][7] Dato che all'epoca molti dei venditori erano appunto Ebrei[6][8], divenne in breve tempo il più grande mercato ebraico della città[6], questo almeno fino a prima degli anni quaranta del XX secolo, quando iniziarono le deportazioni[6].

Durante l'occupazione tedesca, infatti, la zona intorno a Waterlooplein fu dichiarata "quartiere ebreo"[4] e nell'inverno del 1944, in tempo di carestia, molti edifici furono saccheggiati[4].

Terminata la seconda guerra mondiale, la piazza e il suo mercatino stentarono a riprendere "vita".[9] Ciò fu possibile solo a partire dagli anni sessanta e settanta, in particolar modo grazie al turismo statunitense, costituito in gran parte da hippy, e che contribuì a ravvivare nuovamente la zona e a conferirne anche quell'aspetto che si "respira" tutt'oggi.[4][10]

Alla fine degli anni ottanta, fu terminata la costruzione nella piazza lo Stadhuis-Muziektheater, una costruzione che fu molto contrastata, in quanto comportò oltre a costi elevati, anche la demolizione di decine di case medievali, reminiscenza di quello che era il quartiere ebraico.[1][2][8] L'edificio fu ribattezzato dai contestatori "Stopera"[1][2][8][11] abbreviazione non solo di Stadhuis ("municipio") e Opera[6][11], ma anche di "Stop the Opera"[8].

La costruzione dello Stopera comportò, tra il 1977 e il 1984 anche il trasferimento del mercatino delle pulci in un'altra sede.[6] Il mercatino poté fare ritorno a Waterlooplein nel 1985.[6]

Edifici e monumenti

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Stopera.

Gran parte della piazza è occupata dallo Stadhuis-Muziektheater, noto come "Stopera", un edificio inaugurato il 23 settembre 1986[12] e realizzato su progetto degli architetti Cees Dam e Wilhelm Holzbauer[3][11][12] e che ospita sia il municipio (Stadhuis) che un teatro per l'opera (Muziektheater).

Il Muziektheater è la sede delle compagnie di opera e balletto nazionali.[1][6] Si tratta del più grande auditorium dei Paesi Bassi[1], con una capienza pari a 1.689 posti a sedere[1].

Mozes en Aäronkerk

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Mosè e Aronne.

Al nr. 205 di Waterlooplein, si trova la Mozes en Aäronkerk ("Chiesa di Mosè e Aronne"), un edificio costruito tra il 1837 e il 1841 in luogo di una chiesa cattolica clandestina su progetto di Tieleman Franciscus Suys.[1][13]

Academie van Bouwkunst

[modifica | modifica wikitesto]

Al nr. 213 di Waterlooplein, si trova l'Academie van Bouwkunst, l'Accademia di architettura, che ha sede dal 1908 nell'ex-Arsenale, un edificio costruito nel 1654 su progetto di Willem de Keyser, figlio di Hendrick de Keyser il Vecchio.[14]

Monumento agli Ebrei

[modifica | modifica wikitesto]

Di fronte allo Stadhuis-Muziektheater, si trova un monumento che ricorda la resistenza degli Ebrei durante l'occupazione nazista dei Paesi Bassi.[11] Il monumento fu realizzato nel 1988 da Josef Glatt.[11]

A Waterlooplein si trova una stazione della metropolitana, servita dalle linee 51, 53 e 54.[15]

Waterlooplein nella musica

[modifica | modifica wikitesto]

A Waterlooplein è dedicata la canzone Oh Waterlooplein, interpretata da Rijk de Gooyer e Johnny Kraaykamp e scritta da Herman Pieter de Boer sulla melodia di Waterloo Road (brano scritto da Mike Wilsh e Mike Deighan e che ha ispirato anche la canzone Les Champs-Élysées, scritta da Pierre Delanoë ed interpretata da Joe Dassin)[16][17]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Duncan, Fiona, Amsterdam, Dorling Kindersley, London - Mondadori, Milano, 1996 e segg.
  2. ^ a b c d Borowski - Bourmer - Reitzig - Strüber, Guida Baedecker - Amsterdam, ed.it.a cura di Carlo Unnia, Karl Baedecker, Ostfildern - De Agostini, Novara, 2004
  3. ^ a b c d Gambaro, Cristina, Olanda, Giunti, Firenze, 2008, p. 33
  4. ^ a b c d e f Joods Historisch Museum: Cultuur en geschiedenis > Amsterdam > Waterloopleinmarkt
  5. ^ Gambaro, Cristina, op. cit., p. 35
  6. ^ a b c d e f g h i j k Amsterdam.info: Waterlooplein
  7. ^ a b c Monroy, Gema, Strade da collezione. Un tour tra i mercatini, in: Condé Nast Traveler - Amsterdam, Edizioni Condé Nast, Milano, Gennaio 2005, p. 170
  8. ^ a b c d Catling, Christopher, Le Guide Traveler di National Geographic - Amsterdam, National Geographic Society, New York, 2002-2004 - White Star, Vercelli, 2004, p. 106
  9. ^ Monroy, Gema, art. cit., pp. 170-171
  10. ^ Monroy, Gema, art. cit., p. 171
  11. ^ a b c d e Guida Oro - Amsterdam, Éditions Nouveaux Loisirs, Paris - Touring Club Italiano, Milano, 2004
  12. ^ a b Architectenweb - Archipedia: Stopera
  13. ^ Architectenweb - Archipedia: Mozes en Aäronkerk
  14. ^ Academie van Bouwkunst Amsterdam - Sito ufficiale: Geschiedenis
  15. ^ Metrostation Waterlooplein
  16. ^ Second Hand Songs: Oh Waterlooplein
  17. ^ Second Hand Songs: Waterloo Road

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]