Yehuda Burla, (in ebraico יהודה בורלא?) (Gerusalemme, 18 settembre 1886 – Tel Aviv, 7 novembre 1969), è stato uno scrittore israeliano.
Jehuda Burla discendeva da una famiglia rabbinica sefardita originaria della Spagna, nata a Smirne.[1][2][3]
Fino all'età di diciotto anni, ebbe un'istruzione religiosa, studiando a yeshiva e beth midrash.[2][3]
Dopo essersi diplomato al seminario degli insegnanti Ezra a Gerusalemme, incominciò a lavorare, sia a titolo didattico che amministrativo, in varie scuole affiliate all'Organizzazione Sionista.[2]
Durante la prima guerra mondiale ha prestato servizio nell'esercito turco come interprete.[2][3]
Continuò a insegnare fino al 1944, quando iniziò a lavorare nel settore pubblico fino a diventare direttore del dipartimento arabo dell'Histadrut.
Burla si distinse soprattutto per i romanzi.[1]
Burla è uno dei pochi scrittori nato in Palestina ad aver avuto un successo internazionale.[1]
Agli esordi della carriera scrisse un racconto di viaggio intitolato Tra le tribù arabe (Ben shitvé Arav), a cui seguì il primo romanzo Luna (1919),[1] una storia d'amore ambientata nelle comunità sefardite della vecchia Gerusalemme, basata sul tema dei personaggi sopraffatti dal potere dell'amore e dalle forze del destino.[3]
Le successive opere si caratterizzarono per l'ambientazione a Gerusalemme o nei quartieri ebraici delle città arabe oppure ancora nei campi Beduini,[1] seguendo uno stile misto di realismo e romanticismo.[3]
Tra i titoli più rilevanti si possono menzionare: Senza stella (Belì kokav); Figlia di Sion (Bath Zion); Le avventure di Akavyà (Aliloth Akavyah); All'orizzonte (Baofek).[1]
Numerose furono le novelle realizzate dall'autore, tra le quali: Battaglie (Maarachoth) e Regina (Malkah).[1]
Nei suoi scritti Burla si dimostrò capace di evocare la patina secolare delle pietre gerosolimitane o i freschi angoli dei cortili di Damasco, dove egli stesso visse per molti anni, carichi di calore umano.[1] Le storie di Burla descrivono l'ambiente, la lingua, i costumi e il pensiero dei sefarditi mediorientali.[2][4][3]
Ricca di colore è la sua descrizione e il suo approfondimento, quando descrive gli aspetti e i fenomeni della natura.[1]
Burla ricevette il due volte il Premio Bialik (1939; 1955), il Premio Ussishkin due volte (1944; 1960), il Premio Israele (1961) e il Premio Gerusalemme (1962) e fu eletto presidente onorario (1964) della Associazione degli Scrittori Ebraici in Israele.[1][2]
Quasi tutti i suoi figli seguirono le orme del padre, tra i quali ricordiamo: Oded Burla, scrittore, poeta e artista; Yair Burla, scrittore e traduttore; Ofra Adar Burla, scrittore e traduttore; Zuria Ben Nun.
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