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Anno | 2022[1] | ||
Cristiani | 68,00%[1] | ||
Cattolici | 64,00%[1] | ||
Popolazione | 2.078.034[1] | ||
Presidente della Conferenza episcopale | Andrej Saje | ||
Nunzio apostolico | Jean-Marie Speich | ||
Codice | SI | ||
La Chiesa cattolica in Slovenia conta circa 1.623.000 battezzati, pari al 78% della popolazione della Slovenia.
La Slovenia è da secoli una terra di tradizione religiosa cattolica, ma solo nella seconda metà del XX secolo ha acquisito una sua precisa identità, distinta da quella delle regioni vicine. La diocesi più antica, quella di Capodistria, risale al VI secolo e fu a lungo unita alla diocesi di Trieste. Quella di Lavant (che poi ha assunto il nome di diocesi di Maribor), istituita nel XIII secolo ebbe sede fino al 1857 in Carinzia e fu suffraganea di Salisburgo fino al 1924. La sede di Lubiana fu eretta nel XV secolo (anche se una diocesi vi era già stata fondata nel IV secolo quando la città si chiamava Emona ma poi la sede era stata trasferita sulla costa adriatica a formare la diocesi di Cittanova) e gravitò, almeno formalmente, nell'orbita del patriarcato di Aquileia fino al 1752. Nel 1788 essa fu elevata a sede metropolitana ma già nel 1807 tornò semplice diocesi (dal 1830 suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia), solo nel 1961 ridivenne sede arcivescovile ed ebbe Maribor come suffraganea dal 1968. Nel 1977 fu ripristinata l'autonomia della diocesi di Capodistria, e anch'essa fu resa suffraganea di Lubiana.
Un importante contributo all'identità della Chiesa cattolica slovena si ebbe nel 1991 con la dichiarazione di indipendenza del Paese. Nel 1992 furono formalmente intraprese le relazioni diplomatiche tra il nuovo Stato e la Santa Sede e a gennaio 1993 istituita la conferenza episcopale nazionale. Nel 2006 papa Benedetto XVI ha elevato al rango di arcidiocesi metropolitana anche la diocesi di Maribor e istituito le nuove sedi episcopali di Novo mesto, Celje e Murska Sobota.
Nel 2010 una serie anomala di richieste di mutui da parte dell'arcidiocesi di Maribor indusse la Santa Sede a inviare in Slovenia un visitatore apostolico, che portò alla luce una dissennata gestione finanziaria che si protraeva almeno dal 2003. La questione in effetti nel 2007 era già stata oggetto di inchieste giornalistiche, che tra le altre questioni stigmatizzavano la scelta di avere partecipazioni, sia pure indirette, in un'emittente televisiva pornografica. A detta degli ispettori ministeriali l'entità del debito rendeva quello della Chiesa cattolica slovena il più grande crac finanziario della storia del Paese.[2] Le conseguenze non tardarono: nel 2011 l'anziano arcivescovo Franc Kramberger fu costretto a dimettersi e per la stessa ragione nel 2013 furono indotti a presentare le dimissioni anche il suo successore, Marjan Turnšek, e l'arcivescovo di Lubiana Anton Stres, primate di Slovenia e presidente della Conferenza episcopale slovena, che era stato a lungo vescovo ausiliare di Maribor.[3]
Dal 2006 il territorio sloveno è suddiviso in due province ecclesiastiche di rito romano, ciascuna costituita da un'arcidiocesi e due diocesi suffraganee:
I fedeli di rito bizantino rientrano nella giurisdizione dell'eparchia di Križevci, con sede in Croazia.
La Conferenza episcopale slovena (in sloveno: Slovenska Škofovska Konferenca) è stata istituita il 19 febbraio 1993, quando papa Giovanni Paolo II ne approvò gli statuti.
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Santa Sede e Slovenia mantengono relazioni diplomatiche dall'8 febbraio 1992.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 7146513414332211835 · ISNI (EN) 0000 0004 0505 3670 |
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