La crisi di Monte del Tempio del 2017[1][2][3] fu un periodo di violente tensioni legate al Monte del Tempio, iniziato il 14 luglio 2017, dopo una sparatoria nel complesso in cui uomini armati palestinesi uccisero 2 agenti di poliziaisraeliani, venendo poi uccisi a loro volta. In una dimostrazione di sostegno agli attentatori, circa 10.000 persone hanno marciato durante il processo funebre a Umm al-Fahm, lodando l'attentato e definendo gli attentatori eroi.[4][5] A seguito dell'attentato, le autorità israeliane installarono cercametalli all'ingresso del Monte e ciò causò grandi proteste da parte dei palestinesi, suscitando dure critiche dai leader palestinesi (tra cui il presidente Mahmūd Abbās, che incoraggiò i palestinesi alle proteste violente)[6], dalla Lega araba e da altri leader musulmani.[7] Il Waqfislamico di Gerusalemme invitò i musulmani a pregare fuori dal Monte del Tempio e a non entrare nel complesso della moschea fino a quando i metal detector non fossero stati rimossi.[8]
Il 25 luglio il governo israeliano votò per rimuovere i cercametalli e sostituirli con altre misure di sorveglianza.[12] Tuttavia, gli attivisti palestinesi decisero di continuare a protestare, sostenendo che le telecamere avrebbero rappresentato un grado di controllo maggiore rispetto ai cercametalli.[13] Il 27 luglio, Israele rimosse le nuove misure di sicurezza dal Monte, il che portò il Waqf a dire ai musulmani che potevano tornare a pregare all'interno del complesso.[14] Quasi subito dopo il ritorno dei fedeli sul sito, scoppiarono scontri tra i fedeli e le forze di sicurezza israeliane con i fedeli che lanciavano pietre e le forze di sicurezza che rispondevano con gas lacrimogeni e granate stordenti. Vi fu oltre un centinaio di feriti.[15] Il 28 luglio, inoltre, si verificarono scontri tra i palestinesi e le IDF anche a Betlemme, Nablus, Qalqilya, Hebron, Kafr Qadum, alla Tomba di Rachele e al confine con la Striscia di Gaza, con un palestinese morto e decine di feriti.[16][17][18]
In 11 giorni, 11 persone morirono a causa della crisi.[9]