Gustave Emile Cyrill Buysse, detto Cyriel (Nevele, 20 settembre 1859 – Afsnee, 25 luglio 1932), è stato uno scrittore belga, naturalista talvolta noto con gli pseudonimi di Louis Bonheyden, Prosper Van Hove e Robert Palmer.
Buysse nacque in Belgio in una buona famiglia.[1] Prima che potesse completare gli studi all'Atheneum a Gand, si trasferì alla fattoria paterna.
Sotto l'influenza e la suggestione di alcuni suoi parenti, Virginie Loveling e Sleekx, incominciò la carriera di scrittore all'età di ventisei anni.[2]
Tra il 1886 e il 1896 soggiornò negli Stati Uniti in varie occasioni, ma talvolta ritornò in Patria disilluso. Il documento che raccolse i suoi viaggi si intitolò Twee Herinneringen uit Amerika (Memorie dall'America), scritto nel 1888.
Buysse raggiunse la notorietà inserendosi nel filone naturalista sulla scia di Émile Zola e Guy de Maupassant.[3]
Nel 1893 diresse il periodico letterario Van Nu en Straks (Ora e fra poco) e nello stesso anno esordì con la sua prima novella Het recht van den sterkste (La legge della giungla).[2]
Nonostante avesse seguito un percorso di formazione culturale in Francia, come la maggior parte dei colleghi fiamminghi del suo tempo, i suoi lavori furono scritti in lingua olandese. I suoi scritti si caratterizzarono per una profonda simpatia nei confronti della gente comune e soprattutto per l'impegno di denuncia delle arretrate condizioni in cui versavano le campagne fiamminghe. L'ambientazione dei suoi racconti, trame di fuorilegge e bracconieri, divenne un perfetto esempio di romanzo naturalista, teso ad evidenziare l'animalità e la brutalità della società e della legge del più forte. Tra le sue tematiche ricorrenti emersero la miseria morale e materiale.[3]
Buysse si sposò con l'olandese Nelly Dyserinck nel 1896 e trascorse le stagioni invernali presso L'Aia, dove il figlio René Cyriel nacque nel 1897, mentre predilisse soggiornare durante le estati nella località di Afsnee.[4]
Nel 1903, partecipò alla fondazione di un'altra rivista letteraria, Groot Nederland, con la quale collaborò fino alla morte.
Le sue caratteristiche letterarie subirono una lenta maturazione che opera dopo opera lo avvicinò ad un'arte più equilibrata e sintetica, in cui non mancarono scene idilliche.[3] Una delle opere più rappresentative di questo periodo fu Het leven van Rozeke van Daelen (La vita di Rozeke van Dalen) del 1905.[2]
Durante l'occupazione tedesca del territorio belga, avvenuta nella prima guerra mondiale, Buysse rimase nei Paesi Bassi, dove divenne un attivista del giornale De Vlaamsche Stem (La voce fiamminga).[4]
Nel 1918, dopo l'armistizio, rientrò in Belgio dove ormai il suo talento era noto e nel giro di tre anni ricevette vari premi letterari, ed entrò a far parte della Koninklijke Vlaamse Academie voor Taal- en Letterkunde (Accademia Reale Fiamminga di lettere e letteratura) nel 1930.[5]
Nel primo dopoguerra lo scrittore focalizzò l'attenzione agli ambienti borghesi mettendone in risalto i limiti ed i difetti. Emblematica risultò l'opera Tantes ("Zie") del 1924.[3]
Nel 1932 ricevette dal re Alberto I del Belgio il titolo di barone, riconoscimento piuttosto raro per uno scrittore.[4]
La sua commedia Het gezin van Paemel (La famiglia van Paemel, 1902), nella quale descrisse la vita di una famiglia di agricoltori, viene ancora oggi rappresentata con successo e nel 1986 meritò una trasposizione cinematografica.[1]
Massone, Buysse fu membro della Loggia di Gand "La Liberté", del Grande Oriente del Belgio[6].
Buysse morì il 25 luglio del 1932 nella località belga di Afsnee.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 14883922 · ISNI (EN) 0000 0003 6863 8214 · LCCN (EN) n78087593 · GND (DE) 119142333 · BNF (FR) cb12539587c (data) |
---|