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Il daclizumab (nome commerciale Zenapax) è un farmaco anticorpo monoclonale umanizzato che è attivo sulla sub-unita alfa del recettore per l'IL-2 nelle cellule T (CD25). Viene usato per la prevenzione del rigetto dell'organo trapiantato, specialmente nel trapianto di rene, in quanto è capace di ridurre la severità e l'incidenza del rigetto acuto nel trapiantato, senza aumentare l'incidenza di infezioni opportunistiche.
Nell'aprile del 2008 la Hoffmann-La Roche ha ritirato dal mercato lo stesso farmaco in Europa.[1][2]
Il Daclizumab (nome commerciale Zinbryta) era stato approvato in Italia e in Europa per il trattamento di seconda linea della Sclerosi multipla[3]. Nel novembre 2017 l'EMA aveva emanato raccomandazioni importanti sull’uso del medicinale: le revisioni avevano dimostrato che il trattamento con Daclizumab era associato a rischio di danno epatico imprevedibile e con potenziale esito fatale[4]. Il 7 marzo 2018 l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha raccomandato la sospensione immediata dell’autorizzazione all’immissione in commercio e il ritiro dei lotti dal mercato del medicinale Zinbryta (daclizumab beta) in seguito alla segnalazione in tutto il mondo di 12 casi di gravi patologie infiammatorie del cervello, tra cui l'encefalite e la meningoencefalite. Tre casi sono stati fatali[5].
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