Discendente da nobile famiglia piemontese sposò Maria Incisa della Rocchetta (1901-1996), figlia del marchese Enrico Incisa della Rocchetta e della principessa donna Eleonora Chigi della Rovere, dalla quale ebbe tre figli, uno dei quali Filippo Beraudo, Conte di Pralormo, nato nel 1941 è l'attuale proprietario del Castello di Pralormo. Durante la sua attività militare curò a lungo la formazione degli ufficiali alla Scuola di cavalleria di Pinerolo e nel 1924 ottenne la medaglia di bronzo a squadre alle Olimpiadi di Parigi nel Concorso Completo di Equitazione.
Dopo la guerra nel 1950 essendo presidente del Tribunale militare di Roma che processò l'ex maresciallo d'ItaliaRodolfo Graziani si trovò al centro di pressioni d'ogni genere, che da un lato erano esercitate per far condannare l'ex ministro della Repubblica Sociale Italiana e, dall'altro, per farlo assolvere. La liberazione di Graziani, successivamente alla chiusura del dibattimento, sollevò un mare di polemiche e pose praticamente fine, principalmente per iniziativa del ministroRandolfo Pacciardi, alla carriera del generale Beraudo di Pralormo che in quell'anno si ritirò dal servizio.
«Con coraggio indomabile e volontà ferrea guidava la sua divisione coloniale che per tanti mesi aveva resistito vittoriosamente al nemico superiore di forze e di mezzi in una marcia a piedi attraverso 500 Km. di paese sconosciuto, privo di risorse e di clima avverso e micidiale. Combattendo contro soverchianti forze regolari di cui attraversava con grande abilità per due volte le linee e contro ribelli agognanti alla preda raggiungeva altro settore dello scacchiere di operazioni, finché un grande fiume in piena ed inguadabile rendeva vani tutti i suoi sforzi. Esempio costante ai suoi, vera legione di eroi, nello sprezzo del pericolo e nel sopportare disagi inenarrabili; solo dinanzi alle forze selvagge della natura era costretto a ripiegare.
— Sidama Uollamo (Africa Orientale Italiana), maggio -giugno 1941» — 1941[1]