Ersilio Tonini cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Il cardinale Tonini durante l'ordinazione episcopale di Gianni Ambrosio, il 16 febbraio 2008 | |
In Fide vivo Filii Dei | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 20 luglio 1914 a San Giorgio Piacentino |
Ordinato presbitero | 18 aprile 1937 dal vescovo Ersilio Menzani (poi arcivescovo) |
Nominato vescovo | 28 aprile 1969 da papa Paolo VI |
Consacrato vescovo | 2 giugno 1969 dall'arcivescovo Umberto Malchiodi |
Elevato arcivescovo | 22 novembre 1975 da papa Paolo VI |
Creato cardinale | 26 novembre 1994 da papa Giovanni Paolo II |
Deceduto | 28 luglio 2013 (99 anni) a Ravenna |
Ersilio Tonini (San Giorgio Piacentino, 20 luglio 1914 – Ravenna, 28 luglio 2013) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Nacque a Centovera, frazione di San Giorgio Piacentino, in provincia e diocesi di Piacenza, il 20 luglio 1914, terzo dei cinque figli di Cesare Tonini e Celestina Guarnieri, umili agricoltori.[1]
Entrò in seminario all'età di undici anni e, dopo aver studiato presso il seminario vescovile di Bedonia, il 18 aprile 1937 fu ordinato presbitero per la diocesi di Piacenza dal vescovo Ersilio Menzani.
Fu vicerettore del seminario, poi insegnante e assistente spirituale dei gruppi FUCI e dei Laureati cattolici, e direttore del settimanale diocesano «Il Nuovo Giornale».
Dal 1953 al 1968 fu parroco della parrocchia di San Vitale a Salsomaggiore Terme, cittadina all'epoca divisa tra le diocesi di Piacenza e Fidenza. Nell'ottobre 1968 fu nominato rettore del seminario vescovile di Piacenza.
Il 28 aprile 1969 papa Paolo VI lo nominò vescovo di Macerata e Tolentino nonché amministratore apostolico di Cingoli e di Treia. Ricevette l'ordinazione episcopale il 2 giugno 1969, nella cattedrale di Piacenza,[2] dall'arcivescovo Umberto Malchiodi, co-consacranti l'arcivescovo Agostino Casaroli e il vescovo Carlo Colombo.[3] Il 28 agosto seguente prese possesso della diocesi.[2]
Dal 1970 fu anche amministratore apostolico di Recanati.[4]
In terra marchigiana attuò una coraggiosa riforma agraria, cedendo ai contadini i terreni della diocesi.
Il 22 novembre 1975 fu nominato arcivescovo di Ravenna e vescovo di Cervia, sedi episcopali unite aeque principaliter. Nel 1986, in seguito alla plena unione delle due sedi, fu arcivescovo di Ravenna-Cervia.
Nel 1978 fu chiamato a presiedere il consiglio di amministrazione della NEI, società editrice del quotidiano cattolico Avvenire.
Nel 1987 aderì alla campagna umanitaria per i popoli nativi della diocesi di Roraima «Uma vaca para o Indio». Ne discusse con papa Giovanni Paolo II, che la approvò ed effettuò una donazione di decine di milioni di lire. Il papa gli affidò inoltre un messaggio scritto di suo pugno da portare alle popolazioni brasiliane. Si recò personalmente in Amazzonia e, col vescovo e i missionari locali, si presentò agli Indios e lesse, durante la Messa, il messaggio papale davanti a 500 giovani.
Tra il 1988 e il 1989 fu amministratore apostolico delle diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro,[5] allora unite in persona episcopi, fino all'arrivo del nuovo vescovo Mariano De Nicolò.
Il 27 ottobre 1990 papa Giovanni Paolo II accolse la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età, al governo pastorale dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia; gli succedette Luigi Amaducci, fino ad allora vescovo di Cesena-Sarsina. Rimase amministratore apostolico dell'arcidiocesi fino all'ingresso del successore, avvenuto il 15 dicembre successivo.
Nel 1991 fu tra i protagonisti della trasmissione televisiva giornalistica I dieci comandamenti all'italiana di Enzo Biagi, definita dalla Santa Sede «un esempio di moderna catechesi che si avvale del mezzo e del linguaggio televisivo».[6] Fu la prima di una lunga serie di apparizioni televisive che ne fecero un commentatore apprezzato e ricercato.[7]
Nel concistoro del 26 novembre 1994 papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale presbitero (non elettore, in quanto già ottantenne) del titolo del Santissimo Redentore a Val Melaina. Dal 30 aprile 2010, giorno della morte del cardinale Paul Augustin Mayer, è stato il più anziano cardinale vivente mentre dal 14 gennaio 2012, giorno della morte del vescovo Antonio Mistrorigo, è stato inoltre il più anziano ordinario diocesano italiano.
Nel 2012 fu pubblicata la sua autobiografia, scritta insieme con Paolo Gambi, dal titolo Il gusto della vita. Perché alla soglia dei cent'anni credo sempre nella meraviglia.
Morì il 28 luglio 2013 presso l'Opera Santa Teresa di Ravenna alle 2:00, otto giorni dopo il suo novantanovesimo compleanno, per sopraggiunte complicazioni alle sue già precarie condizioni di salute. Ad annunciare il decesso, durante una messa celebrata sulla spiaggia di Milano Marittima alle 6:00 per la Giornata mondiale della gioventù, è stato l'arcivescovo di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni, parlando di «un uomo che ha vissuto nella fede fino all'ultimo, incoraggiando anche chi gli stava vicino e sempre sollecitando la fiducia in Dio». L'arcivescovo, invitando i presenti alla preghiera, ha poi aggiunto: «Ho avuto occasione di conoscere il cardinale Tonini da poco tempo ma ho riconosciuto in lui una persona di grande saggezza e coraggio nell'apertura e nell'incontro con tutti».[8] Alcune testate giornalistiche lo hanno definito "Il comunicatore di Dio".[7][9][10]
Il rito funebre, presieduto dal cardinale Dionigi Tettamanzi, si è tenuto il 30 luglio nella cattedrale di Ravenna; la salma è stata successivamente tumulata nel cimitero monumentale della città in via provvisoria. Oggi riposa nel duomo di Ravenna.[11]
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
Nel 2015 è stata dedicata al cardinale la prima edizione di "Due chilometri sul Po", una gara di nuoto svoltasi il 20 luglio dello stesso anno.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 41085543 · ISNI (EN) 0000 0001 1759 6304 · SBN RAVV005944 · BAV 495/292308 · LCCN (EN) n95038727 · GND (DE) 1027136397 · BNF (FR) cb15013232z (data) |
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