Etrolizumab | |
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Nomi alternativi | |
C6396H9874N1702O2010S42 | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | 144 119,77 |
Numero CAS | |
DrugBank | DBDB12189 |
Dati farmacocinetici | |
Legame proteico | con la subunità β7 delle integrine eterodimeriche α4β7 e αEβ7 |
Indicazioni di sicurezza | |
L'etrolizumab, prodotto dalla Genentech,[1] è un anticorpo monoclonale umanizzato progettato per il trattamento della colite ulcerosa e della malattia di Crohn. Esso si lega alla subunità β7 delle integrine α4β7 e αEβ7.[2] L'etrolizumab è stato prodotto grazie all'ingegnerizzazione dell'anticorpo FIB504 nelle cellule dell'epitelio ovarico del criceto cinese (Cricetulus griseus), a cui sono state artificialmente legate una catena anticorpale leggera e una catena anticorpale pesante umane.[3]
Nel 2016, l'etrolizumab era oggetto di studi clinici in fase III per la terapia di mantenimento in pazienti affetti da colite ulcerosa o da malattia di Crohn.[4][5] Secondo alcune metanalisi basate sui risultati di questi studi, l'etrolizumab avrebbe la stessa efficacia di altri anticorpi usati più frequentemente, come l'infliximab, ma con una minore probabilità di effetti collaterali.[6]
I risultati degli studi di fase III intrapresi sono stati però controversi; di conseguenza, il 14 ottobre 2020, la casa farmaceutica Hoffmann-La Roche, in partnership con la Genentech, ha interrotto gli studi riguardanti l'impiego dell'etrolizumab in soggetti affetti da colite ulcerosa, autorizzando però il proseguimento delle analisi riguardanti soggetti con la malattia di Crohn;[7] a seguito di evidenze cliniche insoddisfacenti, nel febbraio 2022, sono stati sospesi gli studi sull'etrolizumab anche nei pazienti affetti dal morbo di Crohn.[8]