Ferenc Juhász (poeta)

Ferenc Juhász nel 2007

Ferenc Juhász (Biatorbágy, 16 agosto 1928Budapest, 2 dicembre 2015) è stato un poeta ungherese.

Nacque da un'umile famiglia nella cittadina ungaro-sveva di Biatorbágy, situata nei pressi della capitale ungherese. Il padre lavorava come muratore, mentre sua madre era una lavandaia.[1] Ebbe due fratelli: János che morì a soli dieci anni e Gyula che invece divenne uno storico. Frequentò l'Università Cattolica Pázmány Péter e diventò un esperto di letteratura ungherese e lingua sanscrita. In giovane età lavorò come operaio sotto il regime della Repubblica Popolare Ungherese, venendo poi nominato membro del Collegio del Popolo Attila József di Budapest. Nel dicembre 1948 si sposò con l'insegnante Erzsébet Severényi, la quale morì suicida nel 1973. La coppia ebbe una figlia, Katalin. I suoceri di Juhász vennero confinati in una prigione di Seghedino poiché dal governo ritenuti appartenenti alla classe dei kulaki. In quel periodo cominciò a pubblicare le sue prime poesie Oro (Arany) e Argento (Ezüst) e successivamente il suo primo libro dal titolo Il Puledro Alato (Szárnyas csikó). Prese parte alla vita politica del Paese iscrivendosi al Partito Comunista Ungherese e al Partito dei Lavoratori Ungheresi. Si trovava a Budapest durante i disordini dovuti alla Rivoluzione ungherese del 1956, soffocata nel sangue dagli invasori sovietici. L'anno seguente accusò una forte depressione e fu ricoverato in ospedale. Successivamente si recò all'estero, prima a Londra su invito del British Council e poi a Parigi, dove dopo dodici anni si ricongiunse con il pittore e amico di gioventù Simon Hantaï, anch'esso originario di Biatorbágy. Nel 1960 due raccolte delle sue poesie furono pubblicate in inglese, mentre negli anni '70 ricevette una candidatura al Premio Nobel, poi mai conseguito. Le sue pubblicazioni furono in seguito tradotte anche in altre dieci lingue. Dal secondo matrimonio del 1978, nacquero altre due figlie: Eszter e Anna. Nel 2008 ricevette la cittadinanza onoraria di Budapest. Ormai anziano e da tempo malato, si spense all'età di ottantasette anni.[2]

Opere (selezione)

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  • Szárnyas csikó (Cavallo Alato), 1949
  • Új versek (Nuove poesie), 1951
  • A virágok hatalma (Il potere dei fiori), 1955
  • Harc a fehér báránnyal (Battaglie con l'agnello bianco), 1965
  • A halottak királya (Il re dei morti), 1971
  • Remény a halálig (Speranza fino alla morte), 1983
  • A gyermekkor csontváza (Scheletro dell'infanzia), 2010
  1. ^ Umili origini, su treccani.it.
  2. ^ Esperienze di vita, su dia.hu.

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