Freaks Out è un film del 2021 co-musicato, co-prodotto, co-scritto e diretto da Gabriele Mainetti, da un soggetto di Nicola Guaglianone, che ne ha scritto anche la sceneggiatura.
Roma, 1943. Durante l'occupazione delle truppe naziste, in piena seconda guerra mondiale si svolgono gli spettacoli del Circo Mezzapiotta, di proprietà dell'ebreo Israel, nel quale si esibiscono quattro freaks: Matilde, una ragazza che produce scariche elettriche folgorando chiunque la tocchi; Cencio, un ragazzo albino capace di controllare gli insetti; Fulvio, un "uomo bestia" affetto da ipertricosi, interamente ricoperto di peli e dotato di forza sovrumana; Mario, un nano con un leggero ritardo mentale e la capacità di controllare gli oggetti metallici. L'inasprirsi del conflitto mette a rischio la sopravvivenza del circo, così Israel propone ai quattro di tentare il viaggio per l'America; dopo aver raccolto i loro risparmi, tuttavia sparisce nel nulla. Cercandolo per le strade della Capitale e scampati fortunosamente a un rastrellamento nazista, i quattro decidono di separarsi: Matilde, l'unica a credere nella buona fede di Israel, parte per cercarlo, mentre gli altri tre si recano al prestigioso Berlin Zircus, un sontuoso spettacolo allestito dagli occupanti nazisti.
Matilde scampa a un tentativo di stupro da parte di un soldato tedesco, e trova rifugio presso uno scalcagnato gruppo di partigiani capitanati dal Gobbo (personaggio in parte ispirato al Gobbo del Quarticciolo)[1], a lei interessato per il suo potere. Durante un'imboscata a una colonna di camion nazisti, Matilde scorge Israel con altri deportati, ma non riesce a salvarlo poiché non è in grado di controllare il proprio potere, né di usarlo per fare del male a qualcuno, afflitta dal rimorso di aver ucciso involontariamente sua madre.
Fulvio, Mario e Cencio vengono assunti al Berlin Zircus, che è in realtà il regno di Franz, un pianista tedesco esadattilo dotato di poteri di chiaroveggenza. Egli presagisce la morte del dittatore nazista e l'arrivo di quattro esseri dotati di poteri sovrumani in grado di salvare le sorti del Terzo Reich. Questi ha creato il Berlin Zircus allo scopo di radunare tutti i fenomeni da baraccone e sottoporli a tortura, onde individuare i salvatori. Informata da un partigiano orbo chiamato il Guercio del reale scopo del circo nazista, Matilde parte per salvare i suoi amici, ma finisce per essere catturata da Franz, che col suo arrivo ritiene completo il quartetto apparso nella visione.
Il nazista organizza un grande spettacolo per i gerarchi, tra cui ci sono il fratello Amon e il Feldmaresciallo Kesselring, al fine di convincerli a impiegare i quattro per fini bellici. Imprigionata e costretta a fulminare una tigre, Matilde controlla per la prima volta il proprio potere rendendola mansueta. Umiliato e sbeffeggiato, Franz condanna i quattro al rogo ma la ragazza fa saltare il portello della fornace e fugge via coi suoi amici; essi si recano a salvare Israel, nel frattempo caricato su uno dei treni della morte. Franz, furibondo, uccide suo fratello Amon assumendone l'identità e comandando un plotone motorizzato per inseguire i fuggiaschi.
I quattro abbordano il convoglio eliminando la guarnigione a bordo, ma vengono raggiunti dal plotone di Franz; nasce quindi una battaglia furiosa, alla quale prenderà parte anche la squadra di partigiani del Gobbo. I nazisti sembrano inizialmente prevalere, ma quando Israel si sacrifica per salvarle la vita, Matilde concentra tutta la sua energia per spazzare via i nemici. Nell'assistere alla morte della sua fidanzata Irina, Franz comprende che la sua visione non riguardava il suicidio del dittatore ma il proprio destino imminente: il soldato finirà infatti per spararsi. Matilde impara a controllare i suoi poteri e così i quattro amici finalmente liberi possono rimettersi in viaggio.
Il titolo e i personaggi (deformi vincenti) sono un deciso riferimento e omaggio al film Freaks di Tod Browning (1932).[2]
«Si dice che il secondo film sia il più difficile da realizzare, soprattutto quando il primo ha generato un riscontro positivo. Non sarà facile soddisfare le aspettative ora che l’asticella si è alzata ulteriormente. Come nella precedente esperienza faremo del nostro meglio per fare di più di quello che potremmo permetterci. Alla fine l’approccio produttivo sarà com’è stato con Jeeg... solo su una scala più grande»
Il secondo lungometraggio di Gabriele Mainetti è una produzione Goon Films e Lucky Red con Rai Cinema, in coproduzione con la società belga Gapbusters. Il regista romano si è occupato anche della sceneggiatura, insieme a Nicola Guaglianone, e delle musiche insieme a Michele Braga. Tra i protagonisti della pellicola, Claudio Santamaria e Pietro Castellitto, seppure il ruolo di rilievo nella trama sia il personaggio interpretato dalla giovane Aurora Giovinazzo.[3] Il budget del film è stato di circa 13 milioni di euro.[4]
In una intervista Mainetti descrive il suo secondo film come un "film corale, ambientato a Roma" che continua la sua ricerca formale che aveva iniziato a perseguire nelle sue opere precedenti, definendolo una sfida.[5]
«Il titolo è nato perché "to freak out" in inglese vuol dire "impazzire" e il nostro villain impazzisce; e poi perché il Circo Mezzapiotta viene sventrato da un bombardamento e i nostri freaks si trovano al di fuori del loro spazio sicuro, dovendo fare i conti con la propria diversità e con il mondo, quindi sono "out".»
Nell'aprile del 2018 viene annunciato l'inizio delle riprese della durata di dodici settimane, tra il Lazio e la Calabria.[3] A metà maggio si sono svolti i casting per i figuranti a Cosenza.[8] Nello stesso mese viene diffusa la prima immagine del film.[9] Per tutto il mese di luglio la troupe è impegnata con le riprese a Camigliatello Silano:
«Il tragitto della Sila è stato quello più interessante tra i tanti che abbiamo visto [...] Da un punto di vista fortemente tecnico, se penso a un viaggio come quello del trenino in una pianura non sento la vita scorrere. Qui in Sila invece, la vegetazione, le nuvole, tutto ti si muove intorno più che suggestivo e fortemente cinematografico»
Dopo la visione di un primo premontaggio, il cast è tornato sul set per alcune riprese aggiuntive.
I lavori di post-produzione legati agli effetti digitali sono stati imponenti e per ultimarli è stata rimandata di diversi mesi la data di uscita del film, prima atteso nel 2019, fino al 2020[10], nonostante fosse stato presentato nel listino della 01 Distribution in occasione del Torino Film Festival a novembre 2019[11]. Nello stesso mese vengono diffuse una serie di foto tratte dal film[12], a più di un anno di distanza dalla prima immagine[13]. Ancora nei primi mesi del 2020 il film è in lavorazione per gli effetti visivi, dei quali si occupano tre società, e ciò impedisce al film di partecipare alla Berlinale 2020 con cui i produttori erano entrati in contatto[14]. Durante il confinamento imposto a causa della pandemia di COVID-19, Gabriele Mainetti ha composto le musiche del film[14], le cui registrazioni sono iniziate a settembre[15].
Il primo teaser trailer del film è stato diffuso il 7 ottobre 2020[16], mentre il trailer esteso viene diffuso il 13 ottobre[17].
Il film è distribuito da 01 Distribution mentre delle vendite estere si sono occupati True Colours e Rai Com.[9][11]
In occasione del Torino Film Festival 2018 viene annunciato il listino dei film distribuiti da 01 Distribution nel 2019 tra i quali figura Freaks Out,[18] ma è stato poi rinviato all'anno successivo in seguito ai lavori di post-produzione.[10] Inizialmente la data di uscita nei cinema avrebbe dovuto essere il 22 ottobre 2020,[19] ma a causa della pandemia di COVID-19 è stata posticipata[20][21] prima al 16 dicembre 2020[22] e poi al 28 ottobre 2021[23]. Il film è stato presentato in concorso alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia l'8 settembre 2021.
Il film viene acquistato da VMI Releasing e distribuito, con il nome Freaks Vs. The Reich, sul territorio nordamericano dal 28 aprile 2023[24].
A fronte di un budget di circa 13 milioni di euro, è stato uno dei migliori film italiani dell’anno che hanno incassato di più al box office italiano durante il periodo pandemico, incassando circa 3 milioni di euro[25][26]; il film, però, è stato un flop al botteghino, incassando complessivamente poco più di 3.2 milioni di dollari.
Mentre la critica italiana ha complessivamente elogiato il film, quella nordamericana lo ha accolto con perplessità e in certi casi con ostilità.
Su Variety Jessica Klang lo ha definito "quasi ammirevolmente ignaro del fatto che la sua produzione in stile Primavera per Hitler, esagerata e senza ironia, e la sua pigra evocazione dell'Olocausto come scorciatoia narrativa per alzare la posta dell'emotività potrebbero essere di gusto discutibile"[27].
Su The Hollywood Reporter Lovia Gyarkye ha scritto che il film: "non prende in considerazione i minimi requisiti narrativi [...] Le esplosioni, le scene di combattimento e gli assoli di Franz al pianoforte potranno piacere a qualcuno, ma a me sono sembrate scappatoie per non costruire la narrazione in modo significativo [...] Ammiro il tentativo di distinguersi, ma Freaks Out è sfocato, cosa che ne fa un'esperienza di visione frustrante. È un progetto ambizioso che avrebbe dovuto prendere i propri personaggi un po' più sul serio"[28].
Sul Los Angeles Times Noel Murray ha scritto: "la sfiancante lunghezza del film mette alla prova, così come il fallimento di Mainetti nell'usare l'ambientazione storica in modo sensato. I suoi nazisti sono cattivi al punto giusto e il film accredita la minaccia esistenziale dell'Olocausto, ma la storia è troppo poco seria riguardo agli orrori della seconda guerra mondiale."[29]
Su Pajba Kayleigh Donaldson ha scritto: "Ti chiedi quanto prendere sul serio un nazi che suona al piano Sweet Child of Mine, poi vedi un treno pieno di ebrei andare verso sappiamo dove, e viene un vuoto allo stomaco. L'aggiunta di una patina di sentimentalismo non fa che rendere l'esperienza più amara. Uno preferirebbe quasi che il film fosse di cattivo gusto quanto il suo titolo [americano], questo almeno gli darebbe una coerenza che nella sua forma attuale gli manca."[30]
«Un'imprevedibile atmosfera conquista lo spettatore proiettandolo in un mondo tanto spettacolare quanto catastrofico. Tra tendoni da circo e campi da guerra, quattro protagonisti, nella loro diversità, esprimono la necessità di essere umani. Un'opera innovativa e coraggiosa, che racchiude in una grande avventura fra sogno e realtà, tutto l'amore per il cinema.»