Giovanni De Martino

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Giovanni De Martino (Napoli, 13 gennaio 1870Napoli, 3 marzo 1935) è stato uno scultore italiano attivo a Parigi.

De Martino è un artista di impianto classico, noto per la produzione di sculture[1] di piccoli busti di bronzo, in particolare ("scugnizzi", pescatori, popolane) dai tratti realistici[2].

Si forma presso l'Accademia di belle arti di Napoli[3] sotto la guida di Stanislao Lista, Gioacchino Toma[4], e Achille D'Orsi, da quest'ultimo apprende la capacità di ritrarre i particolari più veristici utilizzandoli su soggetti molto giovani. Giovanissimo si trasferì a Parigi dove eseguiva gruppi scultorei di piccole dimensioni, esponendo frequentemente al "Salon di Parigi" dove vinse il premio del Museo del Louvre per l'opera in bronzo Le Pêcheur de criquets (Il pescatore di locuste, Napoli, collezione privata).

Rientrato a Napoli, ritornò ad un realismo socialista[5] produsse sculture raffiguranti tipi caratteristici partenopei, in specie monelli, "scugnizzi", fanciullini e giovani pescatori. Dal 1916 al 1931 fu maestro dello scultore Angelo Frattini[6].

In seguito il tema dominante della sua produzione fu l'infanzia, in particolar modo furono rappresentanti nelle sue opere bambini pensosi, tristi, scarni, sui cui volti affioravano i segni dell'abbandono, della sofferenza. De Martino divenne noto con il soprannome di "Lo scultore di bambini".

Prese parte a numerose esposizioni nazionali e internazionali in particolare tra il 1900 e il 1929, espose a Napoli dal 1892, a Parigi fin dal 1900, a San Pietroburgo nel 1902, a Roma nel 1903, a Venezia nel 1905 e a Rimini nel 1909 e successivamente nel 1922, nel 1924 e nel 1928 a Monaco. Nel 1916 fu acquistata dalla Galleria regionale d'arte dell'Accademia di belle arti di Napoli una scultura intitolata Bimba pensosa.

Partecipò più volte alla Biennale di Venezia nel 1907, 1922, 1924, 1928, 1930[7][8]. Nel 1929 espone alle mostre del Sindacato di belle arti della Campania, fu poi presente alla Società Promotrice di Belle Arti di Napoli nel 1910 e alla Fiorentina Primaverile di Firenze nel 1922. I suoi temi adolescenziali e infantili sono resi con un'efficacia tanto straordinaria che lo stesso Benito Mussolini ne rimase fortemente affascinato in occasione della Quadriennale di Roma del 1931 (gennaio-giugno), in cui si presenta con gli amici "artisti italiani di Parigi" tra cui: Gino Severini, Filippo de Pisis, Massimo Campigli.

Nel 1900 vinse il premio speciale "Salon di Parigi" del Museo del Louvre, con l'opera di una scultura in bronzo intitolata Le pêcheur de criquets ("Il pescatore di locuste").[9]

Mercato dell'arte

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A un'asta di New York Sotheby's nel 2008, Fishermen (1930) di Giovanni De Martino, una scultura in bronzo, è stata venduta per 7.500 dollari USA più spese d'asta.[10]

Giovanni de Martino partecipò a numerose mostre nazionali e internazionali, soprattutto tra il 1900 e il 1929, tra cui:

Sculture note

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  • Il pescatore, bronzo, 1920 (Monumento Piazza antistante Villa Pignatelli), Napoli
  • Le Pêcheur de criquets (Il pescatore di locuste), bronzo, 1916 (Galleria dell'Accademia di Napoli)
  • Bimba pensosa, bronzo, 1900 (Napoli, collezione privata)
  • Le Petit pêcheur (Il Pescatorello), bronzo, h. cm 15, 1901 (Parigi, collezione privata)
  • La sprovvista, bronzo, 1953 (Napoli, Coll. B. d'Angelo)
  • Scodella vuota, terracotta, h. cm 72, 1935, Napoli
  • Fuori dal nido, gesso, h. cm 80, 1935, Napoli
  • Pastorello divino, Venezia
  • Compagni bastardi

Giovanni De Martino è stato «Un poeta dell'infanzia» (Emanuele Samek Lodovici, 1946)[11]. Eredi dei pescatorelli gemitiani e dorsiani e dei monelli rendiani, i fanciulli di De Martino in bronzo sono “scugnizzi” spensierati, dai corpi levigati e dai dettagli dei capelli e del volto finemente cesellati (Mimmo Di Guida). I fanciulli di De Martino sono “appena nati, gai e giocondi” o “adolescenti abbandonati coi segni della sofferenza; bimbi presi nelle funzioni dei loro giuochi infantili e popolane con la malinconia degli occhi profondi” (Pietro Barillà, 1935)[12]. Altri motivi ricorrenti dell'opera demartiniana sono i pescatori provati dalla fatica, il volto dolente delle loro donne, modellati con trepida emozione (Vincenzo Vicario, 1994)[13].

  1. ^ Martino, Giovanni de. Benezit Dictionary of Artists. Oxford Art Online. Oxford: Oxford University Press
  2. ^ Domenico Maggiore (1955). Arte e artisti dell'Ottocento napolitano e scuola di Posillipo: biografie di pittori, incisori, scultori e architetti. Napoli: Maggiore, pag. 405
  3. ^ [1]. L'Accademia di belle arti di Napoli (1752-1952). Costanza Lorenzetti, Accademia di belle arti (Naples, Italy), F. Le Monnier, 1953
  4. ^ Mariantonietta Picone Petrusa (2000). Arte a Napoli dal 1920 al 1945: gli anni difficili Archiviato il 2 febbraio 2016 in Internet Archive. pgg 325 Napoli: Electa Napoli. ISBN 9788843585298.
  5. ^ Vincenzo Vicario (1994). Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty. Lodi: Pomerio. ISBN 9788871213750.
  6. ^ [2] Archiviato il 14 settembre 2016 in Internet Archive.. Angelo Frattini. Museo Ospedale di Circolo Fondazione Macchi
  7. ^ [3]. Venezia - XVII Esposizione Internazionale d'Arte. Giovanni De Martino, Pastorello divino, scultura in bronzo. Venezia (VE), secondo quarto XX. Lombardia Beni Culturali
  8. ^ Emporium, Volume 71, La XVII Biennale di Venezia. Istituto italiano d'arti grafiche, 1930
  9. ^ Mariantonietta Picone Petrusa, Arte a Napoli dal 1920 al 1945: gli anni difficili, Napoli, Electa Napoli, 2000, p. 325, ISBN 9788843585298. URL consultato il 18 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2016).
  10. ^ Sotheby's (21 ottobre 2008) "Proprietà della tenuta di Richelle Sepenuk" Lotto 130. Sotheby's. Estratto il 7 giugno 2022.
  11. ^ Emanuele Samek Lodovici, Storici, teorici e critici delle arti figurative d'Italia dal 1800 al 1940, Tosi, 1946
  12. ^ Luigi Iaccarino, Mimmo Di Guida Rossella Manzione, Novecento, un secolo di “novecento”, tra collezionismo privato ed esposizioni pubbliche, Edizioni Vincent, Napoli, 2010
  13. ^ [4] Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty, Volume 1, Pomerio

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