Hors Satan | |
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Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia |
Anno | 2011 |
Durata | 110 min |
Genere | drammatico |
Regia | Bruno Dumont |
Sceneggiatura | Bruno Dumont |
Produttore | Jean Brehat, Rachid Bouchareb, Muriel Merlin |
Casa di produzione | 3B Productions |
Fotografia | Yves Cape |
Montaggio | Buno Dumont, Basile Belkhiri |
Costumi | Alexandra Charles |
Interpreti e personaggi | |
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Hors Satan è un film del 2011 diretto da Bruno Dumont.
È stato presentato alla 64ª edizione del Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.[1]
Vicino ad un piccolo villaggio francese vive un ragazzo la cui vita è scandita da una strana routine: caccia di frodo, accensione di fuochi e preghiera. Di lui si prende cura una ragazza che abita in una fattoria vicina e i due trascorrono il tempo immersi nella natura, tra boschi, dune e stagni, proprio dove si aggira il demonio.
Il film è stato girato in Francia nel Pas-de-Calais, in particolare a Ambleteuse e Bazinghen.[2]
Dopo l'anteprima del 16 maggio 2011 al Festival di Cannes, il film è stato proiettato in molte altre manifestazioni cinematografiche internazionali:[3]
È stato distribuito nelle sale cinematografiche francesi a partire dal 19 ottobre 2011.[3]
Il sito Metacritic assegna al film un punteggio di 63 su 100 basato su 11 recensioni, mentre il sito Rotten Tomatoes riporta il 78% di recensioni professionali con un giudizio positivo, con un voto medio di 6,3 su 10.[4][5]
Valerio Sammarco su Cinematografo.it giudica il film «tremendamente suggestivo nella messa in scena e altrettanto discutibile per la brutalità di alcune sequenze»,[6] mentre Mark Deming su AllMovie definisce Bruno Dumont «superlativo nell'impostare uno stato d'animo freddo e minaccioso», aggiungendo che «se si vuole vedere un film che ci porta in luoghi inaspettati e ci immerge in un mondo in cui le cose sono raramente quello che sembrano in superficie, allora Dumont ci ha consegnato un potente, inquietante capolavoro».[7]
Su The Guardian il critico britannico Peter Bradshaw elogia la regia di Bruno Dumont definendola «fluente, snervante, avvincente»,[8] e Lisa Schwarzbaum di Entertainment Weekly definisce il film «un dramma austeramente selvaggio e religiosamente amorale ambientato nella selvaggia costa settentrionale della Francia», aggiungendo che «la rigorosa, seria attenzione di Dumont ai misteri del bene, del male e della fede premia coloro che sono disposti ad essere confusi».[9]