L'Hymnu sardu nationale (lett. "inno nazionale sardo") è un brano musicale di Giovanni Gonella con testo in sardo di Vittorio Angius. Scritto per Carlo Alberto di Savoia e dotato anche di un testo italiano, fu caro alla Casa regnante che continuò a impiegarlo in pubbliche occasioni fino al 1937, in aggiunta alla Marcia reale che dal 1834 svolse di fatto la funzione di inno nazionale del Regno di Sardegna e poi d'Italia.[1]
L'inno, scritto in sardo logudorese, fu usato dai Savoia nelle pubbliche occasioni, in aggiunta alla Marcia reale che fu inno nazionale de facto e si trasmise come tale anche allo Stato italiano, restando in auge fin quando l'avvento della Repubblica la sostituì con Il Canto degli Italiani di Mameli e Novaro.
Il 29 maggio 1991S'Hymnu sardu nationale è stato eseguito dalla banda dei Carabinieri al Quirinale nel tradizionale ricevimento offerto al corpo diplomatico straniero. Era inteso come un omaggio alle origini sassaresi del Presidente della RepubblicaFrancesco Cossiga. Venne suonato nuovamente al momento delle sue dimissioni da Capo dello Stato, il 28 aprile 1992.
Nel 2001 venne eseguito, su sua disposizione, ai funerali di Maria José di Savoia, ultima regina d'Italia[2] e ancora, nel 2021, per i funerali di Amedeo di Savoia a Firenze[3], per la sua traslazione a Superga[4] e in suo suffragio al Pantheon[5].
Viene altresì suonato ancora oggi in occasione della rievocazione storica della battaglia dell'Assietta, la cui rievocazione si svolge ogni anno nel mese di luglio nella medesima località in Val di Susa.
«La Penisola era di nuovo frammentata in staterelli, fra cui solo il Regno di Sardegna con capitale a Torino, lo Stato della Chiesa che andava dalla Romagna a Terracina e il Regno delle Due Sicilie, retto a Napoli dai Borbone, avevano un ragionevole respiro territoriale. In questi diversi luoghi della Penisola, capitando a una cerimonia pubblica, si sarebbe visto che le bande musicali adoperavano ovviamente spartiti diversi. In particolare nel Regno sabaudo si andava avanti con una militaresca Marcia sarda (a cui subentrò nel 1831 la Marcia reale scritta da Giuseppe Gabetti), mentre lo Stato borbonico usava un inno nazionale delle Due Sicilie che recava la firma di un musicista illustre, Giovanni Paisiello.»
Vittorio Angius, Inno sardo Nazionale composto e dedicato al Consiglio civico di Cagliari da Giovanni Gonella, capo-musica. Parole di Vittorio Angius, Torino, calcografia Magnini, 1848.
Ernesto Armaroli, È un sacerdote l'autore dell'Inno sardo, su Storia Illustrata n. 268, marzo 1980