Julian Budden (Hoylake, 9 aprile 1924 – Firenze, 28 febbraio 2007) è stato un musicologo e critico musicale inglese.
Fu anche produttore radiofonico
È particolarmente noto per i tre volumi sulle opere di Giuseppe Verdi (pubblicati nel 1973, 1978 e 1981), una biografia in volume singolo (1982) e un volume su Giacomo Puccini e le sue opere (2002). È anche autore di numerose voci nel Grove Dictionary of Music and Musicians.
I suoi genitori erano Lionel Budden, professore di architettura all'Universotà di Liverpool, e Maud Fraser, poetessa, scrittrice e giornalista, che dal 1938 al 1964 scrisse i versi per la striscia Curly Wee and Gussie Goose, pubblicata in numerosi giornali in tutto il mondo. Studiò alla Stowe School e frequentò studi classici al Queen's College di Oxford.[1] Più tardi tornò alla Stowe per l'analisi di produzioni operistiche.[2]
Dovette interrompere gli studi per la guerra; prestò servizio nella Friends' Ambulance Unit dal 1943 al 1946, in Austria e Italia. Terminò il suo corso di studi nel 1948, poi studiò piano (con Thornton Lofthouse) e fagotto (con Archie Camden) al Royal College of Music.[1]
Dal 1951 al 1983 Budden lavorò per la BBC, dove divenne produttore capo per le opere (1970-1976) e organizzatore dei servizi musicali esterni (1976-1983). In questo periodo fu artefice di produzioni di molti lavori poco noti e di importanti revival, incluse le versioni originali di Macbeth, La forza del destino e Simon Boccanegra, e la versione francese completa di Don Carlo.[1]
Contemporaneamente Budden portò avanti l'attività di scrittore, cominciando dalla pubblicazione della BBC, The Listener, per arrivare all'importante studio su Verdi, scritto in stile "prodigo per gli studiosi del passato... prodigo per i lettori. [La sua prosa era] piena di arguzia e rilassata comunicazione".[1]
Dopo avere lasciato la BBC lavorò a Londra e Firenze (parlava benissimo l'italiano), dove fu corrispondente per l'Opera e fu animatore dell'Istituto Nazionale di Studi Verdiani a Parma. Fu presidente del Centro di Studi Giacomo Puccini a Lucca fino alla morte.[1]
Nel 1987 divenne membro della British Academy e nel 1991 ricevette un importante riconoscimento, l'OBE, per i servizi resi all'opera.[3]
Il critico musicale Giorgio Pestelli[4] ne sottolineò lo stile da gentiluomo inglese arguto e riservato, ricordando che la peculiarità di Budden era la conoscenza diretta, non solo accademica, delle opere di cui scriveva.
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