Kaspar Schott

Frontespizio della Physica curiosa, Norimberga, 1662

Kaspar Schott (Königshofen, 5 febbraio 1608Würzburg, 22 maggio 1666) è stato un fisico, matematico e filosofo naturale tedesco. Fu il primo divulgatore degli esperimenti con la pompa ad aria di Otto von Guericke e perfezionò il regolo calcolatore di Nepero allo scopo di facilitare le operazioni logaritmiche.

Illustrazione dell'esperimento degli emisferi di Magdeburgo di Otto von Guericke tratta dagli Experimenta nova (ut vocantur) Magdeburgica de vacuo spatio di Gaspar Schott.

A parte la data e il luogo di nascita (Königshofen, vicino a Würzburg), niente è noto circa le sue origini e la sua infanzia. Nel 1627 entrò nella Compagnia di Gesù e studiò all'Università di Würzburg, sotto la guida di Athanasius Kircher (1602-1680). Nel 1631 lasciò la Germania e, dopo alcune peregrinazioni, si stabilì a Palermo, rimanendovi per venti anni conducendo degli studi ottici. Nel 1652, fu mandato a Roma e poté riprendere la collaborazione scientifica con il suo maestro Kircher soprattutto in campo visivo. Tre anni dopo, si trasferì nuovamente in Germania, prima a Magonza e poi a Würzburg, dove insegnò matematica e fisica fino alla fine dei suoi giorni.

Schott è noto in particolare quale autore della Mechanica hydraulico-pneumatica (1657), un'opera che contiene alcune tra le prime descrizioni degli esperimenti sul vuoto, tra cui quello famoso di von Guericke. Raccogliendo, anche attraverso una fitta corrispondenza, testimonianze e opinioni dei maggiori studiosi - come Otto von Guericke (1602-1686), Christiaan Huygens (1629-1695), Robert Boyle (1627-1691) - egli contribuì notevolmente a diffondere la conoscenza dei più avanzati sviluppi della pneumatica (fu, per esempio, il primo, in Germania, a dare notizia degli studi di Boyle sulla pompa ad aria). Sul piano teorico, Schott riteneva che gli esperimenti di von Guericke, Evangelista Torricelli (1608-1647) e Boyle non avessero prodotto il vuoto effettivo, poiché lo spazio lasciato libero dall'aria veniva riempito dall'etere, una materia più impalpabile e sottile. Nondimeno, egli riconosceva che gli effetti tradizionalmente attribuiti all'horror vacui, erano di fatto un prodotto della pressione e dell'elasticità dell'aria.

Joco-seriorum naturae et artis, 1666

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