Latécoère 25 | |
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Il Latécoère 25 nella livrea della compagnia aerea Aeroposta Argentina esposto al Museo Nacional de Aeronáutica de Argentina | |
Descrizione | |
Tipo | aereo postale aereo di linea |
Equipaggio | 1 |
Progettista | Pierre-Georges Latécoère |
Costruttore | Latécoère |
Data primo volo | febbraio 1926 |
Utilizzatore principale | Air France |
Altri utilizzatori | Aeroposta Argentina Lignes Aériennes Latécoère |
Esemplari | oltre 50 |
Sviluppato dal | Latécoère 17 |
Altre varianti | Latécoère 26 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 9,44 m |
Apertura alare | 17,40 m |
Altezza | 3,60 m |
Superficie alare | 48,60 m² |
Peso a vuoto | 1 740 kg |
Peso max al decollo | 3 283 kg |
Passeggeri | 4 |
Propulsione | |
Motore | un Renault 12Ja |
Potenza | 450 CV (331 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 193 km/h |
Autonomia | 850 km |
Quota di servizio | 4 200 m |
Note | dati riferiti alla versione 25-2R |
i dati sono estratti da Aviafrance[1] | |
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Il Latécoère 25 era un aereo postale e trasporto passeggeri ad ala alta a parasole sviluppato dall'azienda aeronautica francese Forges et Ateliers de Construction Latécoère nei primi anni venti.
Derivato dal pari ruolo Latécoère 17 venne impiegato dalla compagnia aerea della società francese, la Lignes Aériennes Latécoère, dalla Air France e dalla Aeroposta Argentina, sussidiaria argentina della Aéropostale.
Esiste un unico Latécoère 25 sopravvissuto fino ai nostri giorni. Si tratta dell'esemplare esposto al pubblico presso le strutture del Museo Nacional de Aeronáutica de Argentina di Morón, Provincia di Buenos Aires. Il velivolo, un 25-3-R, c/n 603 e marche F-AIEH, operò nella compagnia aerea Aeroposta Argentina S.A. e fu utilizzato dal pilota Jean Mermoz per superare la cordigliera delle Ande il 28 novembre 1928.[2]
Tuttavia esiste anche una replica volante, realizzata per essere utilizzata in alcune scene del film La puta y la ballena, ultima pellicola diretta nel 2004 dal regista argentino Luis Puenzo. Il velivolo è frutto di una fedele riproduzione in scala 1:1 basata sullo studio del 25-3-R conservato al Museo Nacional de Aeronáutica.[3]