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Leonardo Cremonini è nato a Bologna il 26 novembre 1925. Suo padre Luigi, ferroviere, inizia a dipingere in gioventù tramandando la passione al figlio.
Nel 1936, quando il padre viene trasferito a Paola in Calabria, ha l'occasione determinante di conoscere l'Italia del Sud, ancora profondamente artigianale, e la luce mediterranea a cui resterà legato per sempre. Grazie a una borsa di studio del Collegio Venturoli vinta nel 1941, frequenta per quattro anni l'Accademia di belle arti di Bologna dove i suoi maestri sono Alfredo Protti, Guglielmo Pizzirani, Farpi Vignoli, Luciano Minguzzi. Con Guglielmo Pizzirani si lega di profonda amicizia, condivisa con l'amico pittore Dino Boschi.
Nel 1945, alla fine della guerra, sempre con la stessa borsa di studio, Cremonini decide di andare a Milano per frequentare l'Accademia di Brera e conoscere l'ambiente culturale della città. Durante quegli anni effettua lunghi soggiorni di lavoro all'isola Comacina sul lago di Como. I suoi amici di Brera sono Anselmo Francesconi, Karl Plattner e Dario Fo. I suoi maestri: Italo Valenti, Aldo Carpi e Aldo Salvadori. Già da allora si precisano relazioni amichevoli con Mario Sironi, Giò Ponti, Marco Valsecchi, Lamberto Vitali e Violetta Besesti.
Nel 1950 vive e lavora a Venezia dove conosce e frequenta Virgilio Guidi, Peggy Guggenheim, che gli assegnerà un piccolo studio, e Giuseppe Marchiori. La pittura qui attraversa una nuova fase stilistica di completo distacco dalle soluzioni accademiche. La prima rottura con una figurazione tradizionale avviene nel 1948 con le vedute del Lago e i paesaggi di Malles, paese dell'amico Plattner dove Cremonini scopre per caso un osso di montone. «La scoperta dell'osso di montone raccolto nei ghiacciai delle alpi a nord di Bolzano. Mi sono disegnato», afferma lo stesso artista, «quest'osso perfettamente bianco, pulito dai rapaci, e ho capito che la forma era il ricettacolo più generoso per riflettere l'irrazionale, l'incosciente, dunque l'immaginario. Come se la forma d'osso nella sua perennità strutturale fosse il senso della vita. Da quel momento ho iniziato a disegnare d'immaginazione»[1]
Nel 1951 si reca a Parigi con una borsa di studio del governo francese grazie al sostegno di importanti uomini di cultura italiani, fra cui Elio Vittorini e Mario Sironi. Quest'ultimo, in una lettera raccomandatoria indirizzata alla giuria del premio scrive: « Gli sforzi del passato non sono stati dispersi. Questo giovane spinge la sua aspirazione su un piano elevato, complesso, avvisato, che se talvolta rende ardui i problemi, non potrà mancare di dare nell'avvenire, come già dà, frutti preziosi. »[2]
Vi stabilirà la residenza principale, alternando lunghi soggiorni di lavoro a Forio d'Ischia, fino alla fine del 1955.
Nel 1956 ha un lungo soggiorno di lavoro a Douarnenez (Bretagna) dove conosce l'amico George Perros.
Nel 1958-59 soggiorna per due anni interi a Panarea, nelle isole Eolie, dove farà comprar casa anche all'amico Roberto Matta.
Nel 1963, dall'unione con Giovanna Madonia, linguista, nasce suo figlio Pietro, oggi architetto a Parigi.
Dal 1974 divide la sua vita con la moglie Roberta Crocioni anch'essa pittrice.
Dal 1952 al 1960 espone quasi esclusivamente a New York senza mai risiedervi. In quegli anni gli artisti e scrittori che diventano amici suoi sono: Gino Severini, Luigi Corbellini, Jacques Brosse, Pierre Emmanuel, Léonor Fini, Kot Jelenski, William Rubin, Gordon Washburn, Duilio Morosini, Claudio Savonuzzi, Balthus, Roberto Matta, Paul Delvaux, Giancarlo Menotti, Ivos Margoni, Stanislao Lepri, Alberto Moravia, Dacia Maraini, Jean Dewasne, Michel Butor, Enrico Colombotto Rosso, Pavel Tchelitcheff, Carlyle Brown, Eugene Berman, Fabrizio Clerici, Stephen Spender, Henry Cartier-Bresson, Margherita Russo, Enrico d'Assia, Giannetto Fieschi, Gabriele Mattera, Edoardo Malagoli. Di lui una volta Francis Bacon ebbe a dire: "Se prendessi un mio quadro di cane e lo mettessi accanto ad uno dei suoi cani dipinti non penso ne uscirei benissimo.”[3]
A partire dal 1960, la sua attività si manifesta sempre più in Europa. Continua a vivere a Parigi e alterna soggiorni di lavoro a Bertinoro, Procida, Bagheria, Sanlucar de Barrameda in Andalusia, Trouville in Normandia e, ancor oggi, a Panarea o sui colli fiorentini.
Espone soprattutto a Parigi. Le mostre retrospettive più importanti hanno avuto luogo nei musei di Basilea, Bruxelles, Metz, Parigi, Praga, Siena, Strasburgo, Spoleto, Tokyo, Bologna, Aosta, Montecarlo, Grenoble, Toulon, Milano.
In questo ventennio si precisano le complicità e le amicizie di una vita. Italo Calvino, Marc Le Bot, Giuliano Briganti, Max Clarac Serou, Gaetan Picon, Cecilia Ayala, Fortunato Bellonzi, Giorgio Soavi, Germain Viatte, Main Bosquet, Luigi Carluccio, Michel Troche, Ipousteguy, Gilbert Lascault, Pierre Skira, Francois Werlin, Enrico Crispolti, Carlo Ludovico Ragghianti, Zaowouki, Pier Carlo Santini, Enrico Vallecchi, Maria Luigia Guaita, Gianni Guaita, Ignazio Buttitta, Lorenzo Tornabuoni, Titina Maselli, Pierre Gaudibert, Louis Althusser, Franco Solmi, Renato Zangheri, Henry Le Chenier, Velickovic, Petlin, Rosofsky, Golub, Gilles Aillaud, Fabio Rieti, Pietro Cascella, Monroy, Cueco, Alain Jouffroy, France Huser, Dino Buzzati, Pier Luigi Pizzi, Alberto Sughi, Renzo Vespignani, Mario de Micheli, Bernd Krimmel, Jean-François Lyotard, Emile Langui, Jean Clair, Peter Kral, Vittorio Sgarbi, Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, Elio Petri, Valerio Zurlini, Roberto Dionigi, Elvira Cassa Salvi, Vieira da Silva, Ginevra Bompiani, Regis Debray, George Balandier, Renzo Federici, Pierre Carron, Marina Lambraki Plaka, Roberto Barzantini, Jean Philippe Domecq, Flaminio Gualdoni. Gli amici che l'hanno sostenuto come operatori culturali sono stati cronologicamente Catherine Viviano, Erica Brausen, Gasparo del Corso, Mario Tazzoli, Gino Ghiringhelli, Max Clarac Serou, Jan Krugier, Sandro Manzo, Aldo Roncaglia, Ennio Casciaro, Tiziano Forni, Pierre Belfond, Claude Bernard Haim, Gheerbrandt, Franco Trippa, Rosabianca Skira, Giulio Urbinati, Marie Claire Ades, Francois Kunzi, Alberto Montrasio, Alberto Buffetti, Flavio Arensi.
Nel 2005 e 2006 è Presidente dell'Accademia di san Luca.
Nel 2008 presenta a SALe a Legnano la produzione inedita degli anni accademici, in una grande mostra curata da Flavio Arensi e Alberto Buffetti.
Nel 2009 l'Associazione Alberto Buffetti produce il volume "Cremonini. Disegni e acquerelli 1946-2006" (a cura di Flavio Arensi, Allemandi & C. editore) che per la prima volta raccoglie l'ampia produzione su carta del maestro bolognese.
Nel 2010 ad Atene aprono una mostra presso L'Istituto Italiano di Cultura e una monografica pittorica al Centro Culturale Athinais e all'Istituto di cultura italiano ad Atene curate da Adriano Baccilieri.
È morto a Parigi, dove risiedeva per lunghi periodi con la moglie pittrice Roberta Crocioni, il 12 aprile 2010.
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