Suo padre, architetto di Horná Mičiná, cambiò il suo nome da Juraj Hudec a György Hugyecz nel 1890 all'apice del periodo in cui la Slovacchia subiva la magiarizzazione[3][4][5][6], mentre la madre, Paula Skultéty era originaria di Košice[4]. Studiò architettura all'Università tecnica di Budapest dal 1911 al 1914.[7] Come cittadino austro-ungarico,[8] Hudec si offrì volontario per l'esercito austro-ungarico allo scoppio della prima guerra mondiale, ma cadde prigioniero dei russi nel 1916 e fu deportato in un campo di prigionia in Siberia.[8] Durante la deportazione, fortunosamente riuscì a fuggire saltando dal treno nei pressi del confine cinese e, attraversatolo, giunse fino a Shanghai, dove trovò impiego nello studio dell'architetto statunitense R. A. Curry.[7]
Nel 1925, aprì il suo studio,[7] e progettò almeno 37 edifici, fino al 1941.
Progettò alcune delle strutture più importanti di Shanghai, tra cui le maggiori sono il Park Hotel, il Grand Theatre, il Joint Savings and Loan building, il Baptist Publications and Christian Literature Society buildings, e la Green House. Lo stile di Hudec si è evoluto durante la sua vita, dall'eclettico neoclassicismo popolare dell'inizio del XX secolo all'art déco e al modernismo.
«"Hogy vajon magyar vagy tót vagyok, én nem tudom, nem is keresem, magamat széjjel nem vághatom, mint szétvágták hazámat, mindig az maradok, ami voltam. Nem kérdezte senki tőlem a régi szentistváni Magyarországon, hogy vajon tót vagyok-e vagy magyar? Szerettem mindkettőt, hiszen anyám magyar, apám tót származású volt, és én is mind a kettő voltam." Traduzione: "Se io sia slovacco o magiaro non so e non me lo domando, non posso dividermi in due, giacché la mia patria [il Regno d'Ungheria] fu divisa, io rimarrò ciò che sono sempre stato. Nella vecchia Ungheria di Santo Stefano nessuno mi chiedeva se fossi slovacco o magiaro. Io amai entrambi, poiché mia madre era magiara e mio padre di origini slovacche, e io stesso ero di entrambe le nazionalità."»
^(EN) Peter G. Rowe, Seng Kuan, Architectural Encounters with Essence and Form in Modern China, MIT Press, 2004, p. 58
^Modern Chinese literature and culture, vol.18-19, Foreign Language Publications, 2006, p.45