Muricy Ramalho | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Brasile | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 172 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 68 kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex centrocampista) | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1985 - giocatore | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Statistiche aggiornate al 28 maggio 2016 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Muricy Ramalho (San Paolo, 30 novembre 1955) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore brasiliano, di ruolo centrocampista, coordinatore sportivo del San Paolo.
Giocò per il San Paolo, negli anni 1970, assommando 177 partite e 26 gol. Fu un centrocampista che formò il reparto del club paulista a fianco di Pedro Rocha e Chicão, venendo allenato nel corso di questa esperienza da — tra gli altri — José Poy e Rubens Minelli.
Tifoso del Palmeiras fin dall'infanzia,[1] nel 1965 Valdemar Carabina, amico del padre, lo portò al San Paolo. Nel 1969 disputò davanti a ventimila persone il campionato giovanile all'Estádio Nicolau Alayon, stadio di casa del Nacional,[1] mentre nel 1971 Oswaldo Brandão lo fece allenare per la prima volta con la prima squadra;[1] debuttò però solo due anni più tardi, il 22 agosto 1973, durante un'amichevole contro l'União Bandeirante, terminata 0-0,[2] dopo alcuni mesi passati in prestito al Pontagrossense.[3] La prima partita ufficiale la giocò il 10 novembre, 2-2 contro il Coritiba, per il Terceiro Campeonato Nacional de Clubes.
Due anni dopo, aumentato il proprio peso da 64 a 68 chili, diventò uno dei giocatori chiave per il club, contribuendo alla vittoria del Campionato Paulista del 1975, competizione di cui fu segnalato come una delle rivelazioni.[4] Saltò solo tre partite nel corso del campionato, ma durante la finale del torneo fu espulso nel primo tempo, dopo un duro intervento su Dicá.[5] La folta chioma, frattanto, gli procurò qualche incomprensione con il tecnico Poy,[6] ma lo stesso Ramalho ricordò, anni dopo, che il suo comportamento non fu problematico.[7]
Valdemar Carabina indicò Ramalho come un possibile titolare della Nazionale di calcio brasiliana in vista del campionato del mondo 1978,[1] ma il biennio 1976-1977 non fu positivo per il giocatore: il 17 maggio 1977 si infortunò al ginocchio destro.[8][9] Inizialmente si parlò di uno stop di tre mesi,[10] ma di fatto Ramalho tornò a giocare più di un anno dopo, il 4 giugno 1978.[11]
A causa di tale infortunio, rimase fuori per tutta la durata del III Copa Brasil, vinto poi dal San Paolo; assistette comunque alla finale al Mineirão insieme a Serginho Chulapa, altro indisponibile della partita, a causa di una squalifica subita.[12][13] Per il periodo in cui fu infortunato non rinunciò a seguire, da spettatore, gli allenamenti e le partite della sua squadra.[14] Tornato a giocare, fu però leggermente condizionato dall'infortunio e tendeva a evitare i contrasti più duri.[14] Dovette dunque rinunciare alla prefigurata convocazione per il Mondiale, in cui, secondo Ramalho, sarebbe stato la riserva di Zico.[15] Il 10 dicembre, contro il Corinthians, tornò a giocare da titolare e giocò per intero la partita seguente, che vedeva il San Paolo contrapposto alla Ferroviária.[16] Scese in campo per l'ultima volta con la maglia del club della capitale paulista il 25 luglio 1979 contro il Guarani all'Estádio do Pacaembu, entrando nella ripresa.[17] Lasciato il Brasile, giocò in Messico, nel Puebla, ma a causa di vari infortuni terminò la carriera nel 1985.
Nel 1993 allenò il club mesoamericano in cui si era ritirato,[18] e in seguito si trasferì al San Paolo, ove fu assistente di Telê Santana, allenando poi la formazione di riserve che vinse la Coppa CONMEBOL nel 1994, e ricoprì inoltre il ruolo di tecnico nei periodi in cui Santana era in ferie.[19] Quando Santana fu costretto a non allenare più a causa di problemi di salute, Muricy lo sostituì,[20] ma dopo sei mesi fu rimpiazzato a sua volta da Carlos Alberto Parreira. Tornò dunque nel 1997, ma fu esonerato dopo un inizio non positivo nel Campionato Paulista,[6] venendo sostituito da Darío Pereyra.
Tra il 2001 e il 2002, vinse il bicampionato Pernambucano con il Náutico, interrompendo un periodo di dodici anni senza titoli per il club. Per il Campeonato Brasileiro Série A 2002 assunse la guida del Figueirense, sostituendo Roberval Davino, quando la squadra era a rischio retrocessione, e riuscì a ottenere la salvezza. Fu in seguito assunto dall'Internacional di Porto Alegre agli inizi del 2003,[21] e con la formazione gaúcha vinse il campionato statale e fece un buon campionato nazionale.
Si dimise alla fine di quest'ultimo torneo[22] e andò ad allenare il São Caetano nel corso del Campeonato Paulista 2004, conquistando il titolo — l'unico nella storia della società — adottando un gioco più offensivo rispetto a quello del predecessore Tite.[23] Nel Campeonato Brasileiro Série A 2004 il São Caetano arrivò anche in cima alla classifica, ma in seguito ebbe un calo e Ramalho fu esonerato alla penultima giornata del girone di andata.[24]
Tornò ad allenare dodici giornate dopo, di nuovo nell'Internacional, chiudendo all'ottavo posto; in seguito vinse il Campeonato Gaúcho 2005, ma non riuscì a fare lo stesso nel campionato nazionale. Lasciò dunque la compagine portoalegrense e il 2 gennaio 2006 riprese le redini del San Paolo dopo quasi nove anni dall'ultima volta; la società aveva già provato a contattarlo dopo le dimissioni di Émerson Leão,[25] ma fu dopo l'esonero di Paulo Autuori che Ramalho tornò al Morumbi. Con la compagine paulista vinse tre volte consecutive il campionato, nel 2006, 2007 e 2008, ma le cattive prestazioni in Copa Libertadores lo portarono alle dimissioni, che però Juvenal Juvêncio, il presidente della società, non accettò.[26] In seguito rinnovò il suo contratto fino alla fine del 2009.[27] Con l'eliminazione dalla Coppa Libertadores 2008, però, il suo incarico fu nuovamente in pericolo,[28] ma fu nuovamente il presidente a confermarlo in panchina.[29] Il 18 giugno, dopo l'eliminazione dalla Coppa Libertadores 2009 per mano del Cruzeiro, fu esonerato e sostituito da Ricardo Gomes.[30]
Circa un mese dopo, il 21 luglio, il presidente del Palmeiras Luiz Gonzaga Belluzzo annunciò sul social network Twitter l'assunzione di Ramalho, che avvenne dopo lunghe trattative.[31] Nonostante la squadra, che aveva mantenuto il primo posto in campionato a lungo, non fosse riuscita nell'intento di portare a casa il titolo, Ramalho fu confermato per il 2010.[32] Il 18 febbraio dello stesso anno, dopo una sconfitta per 4-1 subita dal São Caetano allo stadio Palestra Itália, Muricy Ramalho fu esonerato.[33] Il bilancio finale con il Palmeiras fu di tredici vittorie, undici pareggi e dieci sconfitte.[32] Due mesi dopo la fine della sua esperienza al Palmeiras fu presentato dal Fluminense quale nuovo tecnico del club, e il 23 luglio 2010 la Confederação Brasileira de Futebol lo annuncia come nuovo commissario tecnico del Brasile — nonostante fosse ancora vincolato al Fluminense — in vista del campionato del mondo 2014.[34][35] A causa di questo vincolo il tecnico è costretto a rinunciare alla panchina della Seleção, e la Federazione al suo posto vira su Mano Menezes.[36] Il 13 marzo 2011, dopo lo 0-0 nel "classico" del Campionato Carioca Flamengo-Fluminense, si dimette da tecnico della società.
Il 5 aprile 2011 diventa il nuovo allenatore del Santos in sostituzione di Marcelo Martelotte. A giugno conduce il club paulista alla vittoria della Coppa Libertadores nella doppia finale contro gli uruguaiani del Peñarol. Il 3 dicembre rinnova il suo contratto fino al 31 dicembre 2012 con un ingaggio da 3 milioni l'anno.[37] Il 28 novembre 2015 prende il posto di Oswaldo De Oliveira sulla panchina del Flamengo.