Il Premio Dan David viene conferito annualmente a tre soggetti, persone, istituzioni o comunità, che si siano distinti per eccezionali contributi nel campo della scienza, della tecnologia, della cultura o del benessere sociale.
Il premio, promosso dalla Dan David Foundation e dall'Università di Tel Aviv, riconosce la somma di 1 milione di dollari a ciascuno dei destinatari nelle tre categorie di premi, Past, Present e Future.
I premiati donano il 10 per cento della somma a studenti dottorali e ricercatori di alto livello nel loro stesso campo di ricerca[1].
La Fondazione Dan David si è costituita nel 2000 con una dotazione finanziaria di $100 milioni di dollari, garantita dall'uomo d'affari internazionale e filantropo Dan David.[2]
La prima cerimonia di premiazione ha avuto luogo alla Tel Aviv University nel mese di maggio 2001. Il presidente della Fondazione Dan David è il Professore Itamar Rabinovich, già presidente dell'Università di Tel Aviv, e Ambasciatore d'Israele a Washington.
Nel 2007 la cerimonia si è tenuta all'Opéra National de Paris.
Dan David (1929-2011) nacque a Bucarest, Romania, da una famiglia ebraica. Si unì a un movimento sionista giovanile all'età di 16 anni. Dopo gli studi universitari in economia, si rivolse alla fotografia e lavorò per la stampa rumena. Cominciò anche a lavorare per una rivista rumena, con diffusione europea, ma fu licenziato quando fu scoperto il suo passato di sionista. Lasciò il paese per trasferirsi a Parigi da dove, nell'agosto 1960, emigrò verso Israele. Nel 1961 intraprese un viaggio in Europa e, grazie a un prestito di $200.000 dollari ricevuto da un cugino, si assicurò il franchising da Photo-Me International per le cabine per fototessera in alcuni paesi. Aprì filiali in Israele, Spagna, Romania e Italia, e pure Giappone, fino a quando non assunse il controllo della casa madre della compagnia[2].
Anno | Campo | Premiato |
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2022[6] | Cultura visiva e materiale in contesti globali e coloniali | Mirjam Brusius |
Storia ambientale del capitalismo globale | Bartow Elmore | |
Storia della filantropia afroamericana | Tyrone McKinley Freeman | |
Storia dell'Etiopia medievale e incontri interculturali | Verena Krebs | |
Bioarcheologia, migrazione umana e demografia | Efthymia Nikita | |
Studio delle narrazioni africane usando nuove forme culturali | Nana Oforiatta Ayim | |
Medioriente medievale e storia dei popoli romanì | Kristina Richardson | |
Memoria della vita ebraica nell'Europa orientale | Natalia Romik | |
Storia giuridica del sud anteguerra | Kimberly Welch | |
2023[7] | Storia culturale e sociale dell'Africa moderna | Saheed Aderinto |
Storia della psichiatria dell'Europa del Novecento | Ana Antic | |
Studio degli incontri interreligiosi | Karma Ben Johanan | |
Storico della scienza, della razza e del nazionalismo nel Medio Oriente moderno | Elise K. Burton | |
Storia globale dell'Europa e dell'Asia orientale | Adam Clulow | |
Studio delle minoranze etniche nell'Unione Sovietica | Krista Goff | |
Schiavismo transatlantico | Stephanie E. Jones-Rogers | |
"Archeologa dello sporco" | Anita Radini | |
Storia nascosta del Kenya | Chao Tayiana Maina |