Denominata precedentemente Punta Troia, dal nome dell'Isolotto della Troia, toponimo derivante dalla corruzione fonetica dell'antico Portus Traiani ricordato dalle fonti latine e oggi più conosciuto come Isolotto dello Sparviero; fu l'aviatore italiano Italo Balbo, che aveva acquistato alcune fortificazioni e ville nella zona e che poi divennero sue residenze, a mutare il nome in Punta Ala, traendolo dal gergo aeronautico.
Il moderno centro turistico si è sviluppato nel corso del XX secolo, in particolare negli anni settanta. La località è rinomata per l'attrezzatissimo porto turistico e per le regate veliche che vengono organizzate dal locale Yacht Club Punta Ala, culla di Luna Rossa. Il luogo è meta turistica di élite in ogni stagione, grazie alla presenza di lussuosi residence, seconde case e imbarcazioni ormeggiate presso il porto.
Chiesa della Signora della Consolata, moderno edificio di culto realizzato nel 1961 su progetto degli architetti Walter Di Salvo e Francesco Paolo Piemontese. Si presenta come chiesa a capanna in legno e rame particolare per il suo inusuale e singolare aspetto[1].
Cappella di Sant'Antonio, piccolo luogo di culto situato nel castello, risalente al 1707.
Con lo sviluppo di Punta Ala come località balneare nel corso del Novecento, sono stati costruiti numerosi complessi residenziali turistici e di servizi, oltre che numerose lottizzazioni, tra i quali sono da ricordare per il loro contributo alla storia della frazione e all'architettura contemporanea soprattutto i seguenti:
Il Complesso residenziale Cala del Pozzo, sul lungomare del porto, realizzato su progetto di Ignazio Gardella tra il 1962 e il 1966, uno dei primissimi interventi che ha delineato l'aspetto che il porto ha ancora oggi[2][3][4][5].
Il complesso Lo Scoglietto, costruito tra il 1968 e il 1975 su progetto di Walter Di Salvo[8].
Il residence La Sirenetta, risalente al 1984 e ideato dall'architetto Luigi Rafanelli[9][10].
In quanto località turistica di ampio richiamo internazionale, sono da segnalare anche alcune strutture ricettive di interesse architettonico quali il Bar La Vela, primissimo manufatto realizzato a Punta Ala ad eccezione delle case coloniche, costruito nel 1960 su progetto di Walter Di Salvo[11]; il Ristorante La Bussola, risalente al 1965 e sempre opera dell'architetto Di Salvo[12]; e il Punta Ala Club House, grande struttura vasta 60 ettari realizzata nel 1964 su progetto di Francesco Paolo Piemontese[13][14].
Villa Piccioli, risalente al 1961 su progetto di Walter Di Salvo, situata in un'area isolata a picco sul mare denominata Poggio Rio Palma[18].
Villa Marzocchi, elegante struttura in legno con pareti a vetrate sul mare nel rione Poggio del Barbiere, realizzata nel 1962 dall'architetto Di Salvo[19], ispirata al linguaggio di Frank Lloyd Wright[20].
Villa Nanni, realizzata nel rione Scoglietto su progetto di Di Salvo nel 1963, è interamente impostata su forme planimetriche circolari di raggio differente[21][22].
Villa Alilot, un tempo conosciuta come Villa Martinelli, costruita nel 1963 su progetto di Valdemaro Barbetta e Bruno Martini nel rione Pozzino, e rimodernizzata nel 2004 dall'architetto Piemontese[23][24].
Villa a ventaglio, costruita nel 1964 nel rione Poggettone, si snoda su diversi piani che seguono la pendenza del terreno[25][26].
Villa Lorenzini, suggestiva abitazione costruita sul crinale del promontorio che da Punta Ala scende verso Rocchette, realizzata nel 1965 su progetto di Alfonso Stocchetti[27][28].
Villa Di Salvo, villa personale dell'architetto Di Salvo costruita nel 1976 nel rione Scoglietto, che richiama esplicitamente Richard Neutra e che si ispira ad Alvar Aalto per gli arredi interni che, insieme ai divisori, sono costruiti con il mattone smaltato bianco[29][30][31].
Villa Rusconi-Quiriconi, realizzata tra il 1977 e il 1980 dall'architetto Di Salvo nel rione Poggettone a strapiombo sul mare, che si sviluppa lungo la grande scala che collega i due piani dell'edificio[32][33][34].
Villa Guerrini, realizzata nel 1961 dall'architetto Piemontese, seconda casa realizzata a Punta Ala.
Pur presentandosi come una moderna, funzionale ed esclusiva località balneare, Punta Ala era luogo di confine tra il Principato di Piombino a nord e il Granducato di Toscana a sud. Il timore di invasioni piratesche fece sì che venissero innalzate alcune fortificazioni a difesa di questo tratto costiero.
Quella che segue è l'evoluzione demografica della frazione di Punta Ala. Sono indicati gli abitanti del centro abitato e dove è possibile è inserita la cifra riferita all'intero territorio della frazione.
In viaggio con papà (1982): alcune scene sono state girate a Punta Ala presso il complesso Cala del Porto e nella Villa Lorenzini lungo la strada panoramica[35].
Punta Ala si presenta come una moderna località balneare caratterizzata dalla presenza di un attrezzato porto turistico, dotato di numerosi servizi, che funge da nucleo e da vertice per tutte le attività, contorniato da numerose e distinte lottizzazioni residenziali realizzate a partire dagli anni sessanta del Novecento lungo la strada provinciale. È così possibile suddividere facilmente la frazione nei seguenti rioni:
La frazione ha una solida tradizione nella vela, in quanto è sede dello Yacht Club Punta Ala, fondato nel 1976 e che ha dato vita al progetto di Luna Rossa, imbarcazione italiana che ha partecipato alle regate di America's Cup nel 2000 e a quattro edizioni della Louis Vuitton Cup. Il paese è noto anche per possedere uno dei campi da golf più grandi della provincia, dove ha sede il Golf Club Punta Ala, fondato nel 1964.
A Punta Ala è presente anche una società calcistica, l'ASD Libero Punta Ala FC, militante in Terza categoria provinciale.
Un paese nuovo nel cuore della Maremma toscana, di fronte all'isola d'Elba, in "Ville e giardini", febbraio 1968.
V. De Dominicis, S. Casini, M. Mariotti, A. Boscagli, La vegetazione di Punta Ala, Siena, Dipartimento di Biologia Ambientale Dell'Università, 1988.
Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Firenze, Le Lettere, 1997, p. 30.
Enrichetta Zetti, Punta Ala: i fatti, le vicende, i personaggi che ne hanno fatto la storia dagli etruschi ai giorni nostri, Siena, Centroffeset Edizioni, 1998.
Alessandro Ancarani, Punta Ala, Grosseto, Editrice Innocenti, 2007.
Barbara Catalani, Marco Del Francia, Giovanni Tombari, Itinerari di architettura contemporanea. Grosseto e provincia, Pisa, ETS, 2011.
«L’Associazione Tutela di Punta Ala, fondata nel 2007, ha per scopo la tutela, la salvaguardia, la promozione e la conservazione storico‑ambientale e paesaggistica di Punta Ala e suoi dintorni.»