Tommaso Pincio, pseudonimo di Marco Colapietro (Roma, 1º maggio1963), è uno scrittoreitaliano.
Il suo pseudonimo va oltre la semplice italianizzazione del nome dello scrittore postmodernoThomas Pynchon e rivela connessioni geografiche e sentimentali con il colle romano Pincio, oltreché con Tommaso apostolo[1].
Nel novembre del 2015 ha vinto il primo premio degli editori indipendenti SINBAD, della città di Bari, con il romanzo Panorama, pubblicato da NN Editore.
Dopo aver frequentato l'Accademia delle Belle Arti e una breve esperienza come fumettista, abbandona la sua ambizione di diventare pittore e dirige fino al 2005 la galleria Gian Enzo Sperone. All'inizio degli anni '90 ha vissuto a New York lavorando come assistente del pittore Jonathan Lasker; è in questo periodo che comincia a dedicarsi con particolare cura alla scrittura. Esordisce come romanziere nel 1996 con M.. Successivamente ha pubblicato Lo spazio sfinito (2000) e Un amore dell'altro mondo (2002), un libro che ha diviso la critica letteraria e con il quale l'autore ha acquistato una certa notorietà. Vi si narra la vita di Kurt Cobain, leader del gruppo rock Nirvana, attraverso lo sguardo di un suo amico immaginario. La ragazza che non era lei, pubblicato nel 2005, traccia un bilancio su ciò che è andato perduto e ciò che è rimasto dei sogni di amore e libertà degli anni Sessanta. È invece del 2006Gli alieni, un'indagine su come l'ipotesi dell'esistenza di civiltà extraterrestri sia diventata uno dei grandi miti dell'era moderna. Di più recente pubblicazione sono le opere Cinacittà. Memorie del mio delitto efferato (2008), romanzo ambientato in una Roma colonizzata dai cinesi e abbandonata dai romani a causa dell'eccessivo innalzamento della temperatura globale; Hotel a zero stelle (2011) saggio autobiografico di dialogo con alcuni grandi della letteratura; Pulp Roma (2012) incentrato sempre sulla città di Roma, il romanzo Panorama (2015) e la raccolta di saggi Scrissi d'arte (2015), accompagnati da una postfazione di Andrea Cortellessa.
Finalista per tre volte al Premio Bergamo (2006, 2016 e 2020),[2] è l'unico autore con 7 titoli nel Canone esteso[3] (oltre ai 2 nel Canone ristretto[4]) del ventennio 2000-2019 stilato dai 600 addetti ai lavori convocati dalla rivista "L'Indiscreto", l'unico autore con due titoli nel Canone del nuovo millennio stilato dalla rivista "Crapula"[5] e uno dei tre autori ad avere due titoli in quello stilato dai critici della rivista "La Balena Bianca".[6]
Nel 2021 ha vinto il Premio Pavese per la Traduzione.[7] Nel 2023 è stato selezionato nella cinquina finalista del Premio Campiello, per Diario di un'estate marziana (2022)[8].
Dopo la pubblicazione nel 2023 di un saggio filosofico sulla fotografia, L’evento nell’epoca della sua riproducibilità tecnica[9], l'anno successivo viene rieditata una nuova versione aumentata del romanzo Panorama, innestandovi pagine inedite e l'intera raccolta poetica Acque chete, anch'essa già pubblicata come silloge singola nel 2014 e composta da un autore che è un ulteriore pseudonimo di Tommaso Pincio, ovvero Mario Esquilino, il quale ricorre come personaggio in Panorama stesso. La nuova edizione del quale, così aumentata, offre anche un elemento aggiuntivo con i disegni digitali di Eugenio Tibaldi. Il testo, nella sua forma originale, aveva ottenuto una lettura integrale radiofonica, a tutt'oggi ascoltabile[10], presso la trasmissione Ad alta voce su Rai RadioTre, per la voce di Galatea Ranzi.
2014 - Acque chete. Sillabario delle basilari possibilità di esistere. Nell'interpretazione di Tommaso Pincio e Eugenio Tibaldi, pubblicato con lo pseudonimo Mario Esquilino, Mirror, Ascoli Piceno