Vadim Viktorovič Bakatin | |
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Vadim Bakatin nel 1988 | |
Ministro degli Interni dell'Unione Sovietica | |
Durata mandato | 20 ottobre 1988 – 1º dicembre 1990 |
Predecessore | Aleksandr Vlasov |
Successore | Boris Pugo |
Direttore Generale del KGB | |
Durata mandato | 29 agosto 1991 – 3 dicembre 1991 |
Predecessore | Leonid Šebaršin |
Successore | carica abolita |
Dati generali | |
Partito politico | PCUS |
Vadim Viktorovič Bakatin (in russo Вадим Викторович Бакатин?; Kiselëvsk, 6 novembre 1937 – Mosca, 31 luglio 2022) è stato un politico sovietico, nonché ultimo direttore del KGB dall'agosto 1991 al dissolvimento dell'agenzia stessa, in seguito al fallito colpo di Stato ai danni di Michail Gorbačëv.
Nato da una famiglia benestante nella città di Kiselëvsk, nell'oblast' di Kemerovo, ha studiato a Novosibirsk all'Istituto di Ingegneria delle Costruzioni e all'Accademia delle Scienze Sociali. Ha cominciato a lavorare nel 1960.
Entrato a far parte del Partito Comunista dell'Unione Sovietica nel 1964, dopo graduali promozioni è stato nominato Ministro degli affari interni dell'URSS nel 1988, carica che ha mantenuto fino al 1990.
Dopo il tentativo di colpo di stato dell'agosto 1991 ai danni di Michail Gorbačëv, Bakatin è stato nominato capo del Comitato per la Sicurezza dello Stato (KGB) succedendo a Vladimir Krjučkov (se si esclude la brevissima attività di Leonid Šebaršin) con l'ordine di sciogliere l'agenzia. Durante la presidenza di Bakatin si sono avuti grandi cambiamenti strutturali e organizzativi che hanno ridotto notevolmente il potenziale dell'organizzazione. Il KGB è stato privato delle forze di sicurezza interna (incorporate nel Ministero della difesa), delle Guardie di Frontiera (che hanno costituito una struttura organizzativa indipendente) e dei servizi di emergenza, che sono stati direttamente sottoposti all'amministrazione presidenziale. Bakatin ha formalmente mantenuto la carica fino all'ottobre 1991. Il 22 ottobre 1991, infatti, è stato emesso un decreto di scioglimento del KGB, che ha cessato ufficialmente l'attività il 3 dicembre.
Le funzioni del KGB sono state rilevate dalla Federal'naja služba bezopasnosti (FSB, i Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa), dalla Služba Vnešnej Razvedki (SVR, il Servizio di Intelligence Estera), dal Servizio di Protezione Federale e dal Federal'noe Agenstvo Pravitel'stvennoj Svjazi i Informacii (FAPSI, l'Agenzia Federale per le Comunicazioni e le Informazioni al Governo).
L'attività di Bakatin è stata accolta con dure critiche, comprese accuse di tradimento, e la sua posizione è stata eliminata[non chiaro] in seguito al crollo dell'Unione Sovietica, quando Boris El'cin ha fuso il KGB con altre agenzie governative[non chiaro][1].
Dopo il crollo dell'URSS Bakatin è diventato vicepresidente della Fondazione Internazionale di riforma economico e sociale "Reforma". Successivamente si è dedicato agli affari ed è diventato direttore della Baring Vostok Capital Partners, una società di investimenti. È rimasto sempre leale a Gorbačëv e lo ha supportato nei suoi sforzi mirati all'introduzione delle riforme[fuori contesto][senza fonte].
«The traditions of chekism must be eradicated, must cease to exist as an ideology.»
«La tradizione del čekismo deve essere sradicata, deve cessare di esistere come ideologia.»
Nel 1992 ha pubblicato un libro di memorie personali sul suo ruolo chiave nella chiusura del KGB dal titolo Izbavlenie ot KGB: vremja, sobytija, ljudi. ("Liquidazione del KGB: il momento, gli eventi, i personaggi").
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