Poeta, critico e saggista, sulla base dei suoi viaggi (America Meridionale, Estremo Oriente e Paesi scandinavi[1]) scrisse vari resoconti in forma di racconto; tra questi: Les journées et les nuits japonaises, in cui raccolse una serie di impressioni di un suo lungo viaggio in Giappone; un Giappone che appare «immensamente differente e lontano da tutto
ciò che sa d'europeo», con i suoi «paesaggi fatati, i suoi mille templi, i suoi quartieri allegri, la sua cortesia feudale, antiquata, aristocratica, con tutto il suo colorito esotico».[2]
Nel 1934 pubblicò in due volumi, per Gallimard, l'edizione critica dei Carnets di Joubert.[3]
Dedicò molti scritti all'opera di Virgilio, realizzando anche una traduzione in prosa dell'Eneide.
Fu insegnante di latino, al liceo, di Robert Brasillach, che lo rievocò con affetto nel primo capitolo di Notre avant-guerre[7]:
«Le lezioni di André Bellessort scuotono la polvere della provincia, e sui tavoli degli studenti si alternano e si mescolano alla rinfusa Valéry, i surrealisti, Gide, Proust, Barrès, Anatole France, Jules Romains, Giraudoux, Colette.»
^ Giancarlo Vigorelli e Alfredo Curcio (a cura di), Enciclopedia Curcio per tutti, Roma, Armando Curcio editore, 1966, p. 179.
^(FR) Michel Leymarie e Jacques Prévotat (a cura di), L'Action française: culture, société, politique, Villeneuve-d'Ascq, Presses universitaires du Septentrion, 2008, p. 36.