Attentato di Rishon LeZion attentato | |
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Tipo | attacco suicida |
Data | 7 maggio 2002 |
Luogo | Rishon LeZion, Israele |
Stato | Israele |
Coordinate | 31°59′34.3″N 34°46′03″E |
Responsabili | Hamas rivendicò la responsabilità per l'attacco |
Conseguenze | |
Morti | 15 (e un attentatore suicida) |
Feriti | 57 |
L'attentato di Rishon LeZion del 2002 fu un attentato suicida avvenuto il 7 maggio 2002 in un affollato club di gioco situato nell'area industriale di Rishon LeZion. 16 persone furono uccise nell'attacco e 55 rimasero ferite.[1][2]
Hamas rivendicò l'attentato.[1]
Il 7 maggio 2002 alle 23:03, un attentatore suicida palestinese fece esplodere un ordigno esplosivo nascosto all'interno di un club di gioco affollato pieno di persone situato nella nuova area industriale di Rishon LeZion, a soli 10 km a sud di Tel Aviv, uccidendo 16 civili e ferendo 55 persone, 10 delle quali gravemente.[1][2][3][4]
Dopo l'attacco la polizia israeliana dichiarò che l'attentatore suicida trasportava una valigetta piena di esplosivo e indossava anche una cintura esplosiva. La polizia stimò che il peso totale degli esplosivi fosse compreso tra 7 e 8 chilogrammi e affermò che la valigetta conteneva anche frammenti di metallo e bulloni per massimizzare i danni dell'attacco.[5]
L'attentato fu condannato dal segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.[7]
Dopo l'attacco Irina Polishchuk, una prostituta illegale ucraina che sposò l'arabo palestinese Ibrahim Sarahne,[8][9] fu arrestata e condannata per aver partecipato all'attentato di Rishon LeZion del 2002 per la sua parte nel portare l'attentatore sul luogo dell'attacco.
Il 18 ottobre 2011 Irina, originariamente condannata a 20 anni di reclusione, venne rilasciata in Cisgiordania nell'ambito dello scambio di prigionieri di Gilad Shalit tra Israele e Hamas.[10]