Fenbufene | |
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Nome IUPAC | |
gamma-Oxo-(1,1'-biphenyl)-4-butanoic Acid | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C16H14O3 |
Massa molecolare (u) | 254.2854 g/mol |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 252-979-0 |
PubChem | 3335 |
DrugBank | DBDB08981 |
SMILES | C1=CC=C(C=C1)C2=CC=C(C=C2)C(=O)CCC(=O)O |
Dati farmacologici | |
Modalità di somministrazione | Orale |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 301 |
Consigli P | 301+310 [1] |
Fenbufene è una molecola appartenente alla classe dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Il farmaco è dotato di proprietà di tipo analgesico, antinfiammatorio e antipiretico. Trova indicazione nella riduzione del dolore e della flogosi associata a malattie muscoscheletriche e reumatologiche. Il farmaco non è reperibile in Italia.
Il meccanismo d'azione di fenbufene è da imputare alle proprietà inibitorie della biosintesi delle prostaglandine: viene così impedita la produzione di mediatori dell'infiammazione (e del dolore) come le prostacicline e le prostaglandine. La ridotta sintesi di prostaglandine è secondaria alla inibizione da parte del farmaco dell'enzima prostaglandina-endoperossido sintasi conosciuta anche come ciclossigenasi. L'inibizione determinata dal farmaco non è specifica e pertanto coinvolge sia la ciclossigenasi 1 (COX-1) che la ciclossigenasi 2 (COX-2).
Fenbufen dopo somministrazione orale viene assorbito dal tratto gastrointestinale. La concentrazione plasmatica massima (Cmax) viene raggiunta entro 1-2 ore dalla assunzione. L'emivita del farmaco si aggira intorno alle 10 ore.
Il farmaco viene impiegato nel trattamento sintomatico del dolore, da lieve a moderato. In particolare nella terapia della artrite reumatoide,[2] spondilite anchilosante, osteoartrosi, nella dismenorrea, nel dolore dentale e nel dolore post-operatorio.[3]
In corso di trattamento con fenbufene gli effetti avversi più spesso evidenziati sono di natura gastrointestinale e comprendono: dispepsia, secchezza delle fauci, nausea, vomito, flatulenza, diarrea o costipazione, dolore addominale, gastriti. È relativamente frequente la comparsa di disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo tra cui eruzioni cutanee, rash, orticaria, sindrome di Stevens-Johnson. Altri effetti avversi segnalati sono cefalea, insonnia, capogiro, vertigini, broncospasmo, ematuria.
Il farmaco è controindicato in soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti. È inoltre controindicato in soggetti con anamnesi di ulcera peptica attiva oppure di emorragia e perforazione intestinale dopo assunzione di FANS. Deve esserne evitato l'utilizzo anche da parte delle donne che si trovano nell'ultimo trimestre di gravidanza e nelle donne che allattano al seno. Poiché la sicurezza del farmaco non è stata determinata in età pediatrica ne è sconsigliato l'utilizzo in questa fascia d'età.
Nei soggetti adulti la dose giornaliera raccomandata è di 600–900 mg, suddivisa in tre somministrazioni. Il dosaggio deve essere regolato a seconda della gravità del disturbo e la risposta del paziente. Come per altri FANS gli effetti avversi possono essere ridotti con il ricorso alla più bassa dose efficace e per la più breve durata possibile di trattamento.